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Torino, scontri al corteo anti-G7

30 Settembre 2017

Manifestazione aperta da un gruppo di attivisti No Tav. L’obiettivo era raggiungere la Reggia di Venaria: tentativo di forzare il blocco respinto dalla polizia. Otto agenti feriti.

Ha preso il via da largo Toscana, periferia Nord di Torino, il corteo di protesta contro il G7 riunito nel capoluogo piemontese. L’obiettivo dei manifestanti era raggiungere la Reggia di Venaria, sede del vertice, che dista alcuni chilometri. Arrivati nei pressi della Reggia gli attivisti hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine, ma sono stati respinti con una carica di alleggerimento. Sono esplose decine di petardi, alcuni dei quali lanciati contro i poliziotti ad altezza uomo. Al corteo, aperto da un gruppo di No Tav, hanno partecipato i centri sociali Askatasuna e Gabrio, i sindacati di base e alcuni militanti di Rifondazione comunista.

SALE IN BILANCIO DEI FERITI TRA LE FORZE DELL’ORDINE. Il bilancio dei feriti tra le forze dell’ordine, ancora provvisorio, è di sette poliziotti e un carabiniere, ricoverati in ospedale a Torino. Il più grave è un agente della Digos, preso a calci e pugni dai manifestanti. Ha un trauma cranico, toracico e vertebrale, con una prognosi di 40 giorni. Più lievi, invece, le ferite degli altri, che hanno una prognosi tra i 10 e i 20 giorni. Un manifestante, un ragazzo pesarese di 23 anni, è stato arrestato durante il lancio dei petardi.

Nella notte c’erano già state tensioni con le forze dell’ordine. I manifestanti, dopo una lunga marcia per le vie del centro, hanno attaccato la polizia nella centrale via Po con un fitto lancio di fuochi d’artificio e grossi petardi. Gli agenti in assetto antisommossa hanno risposto disperdendo i manifestanti, che sono indietreggiati in piazza Castello. Incendiati alcuni cassonetti dell’immondizia in Viale Primo Maggio. Tre persone sono state fermate.

VIOLENZE COMINCIATE IL 29 SETTEMBRE. Due poliziotti sono stati feriti, in modo lieve, dai petardi e dai fuochi d’artificio lanciati nel corso della protesta notturna. L’incendio dei cassonetti è stato domato dai vigili del fuoco. In serata il questore di Torino, Angelo Sanna, ha confermato che tre giovani manifestanti sono stati fermati e la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. Le tensioni sono iniziate nel corso della mattinata del 29 settembre, quando i manifestanti hanno tentato di svoltare da corso Vittorio Emanuele verso via Carlo Alberto, in direzione di piazza Carlina, dove si trova l’albergo delle delegazioni che hanno partecipato al G7. La polizia ha risposto con una carica di alleggerimento.

Tutte le strade che portano alla Reggia di Venaria sono state bloccate dalle forze dell’ordine per impedire ai manifestanti di avvicinarsi. La zona è stata presidiata anche da un elicottero, che ha sorvegliato la situazione dall’alto.

IL SINDACO DI VENARIA SI SCHIERA COI MANIFESTANTI. A G7 e proteste concluse, il sindaco di Venaria Roberto Falcone (Movimento 5 stelle) si è di fatto schierato con i manifestanti: «Bisognerebbe fermarsi a capire quali sono le motivazioni che portano le persone a protestare in piazza. La protesta è stata contenuta dalle forze dell’ordine e i manifestanti non hanno ecceduto in violenza. L’importante è sapere quali sono i risultati del G7. Sapere cos’ha portato a casa il ministro Poletti. La vera questione è il lavoro: chi lo perde entra in emergenza abitativa. E il reddito di cittadinanza è una risposta».

OPPOSTA LA POSIZIONE DI CHIARA APPENDINO. «Esprimo sostegno alle forze dell’ordine per gli attacchi subìti e auguro pronta guarigione agli agenti feriti», ha detto invece la sindaca di Torino, Chiara Appendino, commentando gli scontri di Venaria. «Ringrazio tutti coloro che hanno coordinato e partecipato alle operazioni», ha aggiunto, «garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico».