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Armi della Corea del Nord in Egitto: maxi sequestro a Suez

3 Ottobre 2017


Ventiquattromila granate a razzo più il materiale per costruirne altre seimila

Ventiquattromila granate a razzo più il materiale per costruirne altre seimila: è questo il carico sequestrato all’ingresso nel canale di Suez, in Egitto. A rivelarlo un’inchiesta condotta dal ‘Washington Post‘, su quello che viene definito da un rapporto dell’Onu come «il più grande sequestro di munizioni nella storia delle sanzioni contro la Corea del Nord».

La nave in questione infatti è nordcoreana, ma battente bandiera cambogiana e a ordinare il quantitativo di armi da Pyongyang sarebbero stati uomini d’affari egiziani, per un valore complessivo di 23 milioni di dollari. Queste sono state nascoste sotto un carico di minerali di ferro, e avrebbero avuto come destinazione finale l’esercito egiziano.

Rimane da chiarire se la Corea del Nord abbia ricevuto il pagamento di 23 milioni di dollari per le armi, ma l’Egitto non è l’unico Paese sulla lista degli acquirenti di armi convenzionali di Pyongyang: tra i nomi citati dal quotidiano Usa figurano Myanmar, Siria, Iran, Cuba ed Eritrea e il gruppo di Hezbollah.

Secondo le indiscrezioni giornalistiche, la nave è stata fermata, su segnalazione degli Usa, per un’ispezione da un’imbarcazione egiziana prima di raggiungere il canale di Suez. Ed è al porto di al-Adabiyah che è stato scoperto il quantitativo di armi, tutte copie dei Pg-7 di fabbricazione sovietica.

La cooperazione tra Egitto e Corea del Nord sul piano della vendita di armi, scrive il magazine ‘The Diplomat‘, risale addirittura agli anni Settanta. Pyongyang tra l’altro ha aiutato gli scienziati egiziani a produrre il loro sistema missilistico in cambio di valuta, e l’import dalla Corea del Nord aiuta a diversificare le fonti di approvvigionamento oltre a quelle tradizionali (Usa e Russia).