General

Germania: Angela Merkel vince, ma …

25 Settembre 2017

Boom per l’ AfD, calo per l’ SPD, coalizione incerta

Alle 18 di ieri, Domenica 24 Settembre, si sono chiuse le urne in Germania. Si è votato per la XIX legislatura. Sembra lontana quella solidità con cui è stata identificata la Germania, assunta, talvolta, a metro di paragone con altre democrazie occidentali. Quel che è possibile constatare è sicuramente la situazione zoppicante in cui si è ritrovata la vincitrice, Angela Merkel, che si vede riconfermato, il quarto mandato, il diritto di tentare di formare un esecutivo. Questa volta, però, nel Bundestag, nel ramo elettivo del Parlamento tedesco, faranno il loro ingresso anche i rappresentanti dell’ Alternative fur Deuthschland, AfD, che ha ottenuto 95 seggi, affermandosi come terza forza parlamentare.

Come mostra il grafico realizzato da Infratest Dimap, l’ esito elettorale sarebbe dunque questo: la CDU-CSU al 33% , con un calo dell’ 8,5%  rispetto al 2013; la Spd al 20,5%, perdendo 5,2%; la Afd al 12,6%, guadagnando ben 7,9%; la Fdp al 10,7%, anch’essa con un aumento del 5,9%; la Linke al 9,2% acquisendo 0,6% in più del 2013, i Verdi all’ 8,9% con un lieve incremento pari allo +0,5%.  Tradotto in seggi: 246 spetterebbero all’ Unione CDU/CSU e, rispettivamente, 153 alla SPD, 69 alla Linke, 67 ai Verdi, 80 all’ FDP, 94 all’ AfD.

L’affluenza alle urne ha raggiunto il 76,2%, mentre nel 2013 si era fermata al 71,5%.

Secondo i calcoli, il Bundestag sarà formato da almeno 709 deputati contro i 630 di quello uscente. Va ricordato che il sistema elettorale tedesco si configura come misto: caratterizzato, cioè, da elementi del maggioritario e altri del proporzionale. Prevede un minimo di 598 deputati, di cui 299 deputati eletti direttamente mediante l’ “Erststimme” e i restanti con il sistema proporzionale dello “Zweitstimme” . La soglia è posta al 5%. Per rimediare agli eventuali squilibri del voto, esistono dei mandati di compensazione.

Non ci gireremo attorno, avremmo voluto naturalmente un risultato migliore. Siamo però la forza maggiore del Paese, e contro di noi non può essere formato alcun governo. Non era scontato rimanere primo partito dopo 12 anni di responsabilità. Formeremo un nuovo esecutivo», ha detto la Cancelliera tedesca Angel Markel nel suo primo discorso post-voto. Ma per formare un nuovo esecutivo, occorre formare una coalizione. «Abbiamo lasciato la questione rifugiati e immigrazione alla destra. E ora dobbiamo cambiare. Ci impegneremo contro l’estremismo affinché la Germania rimanga Germania» ha affermato Horst Seehofer, leader della CSU.

Come mostra il grafico, il risultato della CDU/CSU di questa tornata elettorale è di poco inferiore a quello del 2009 (33,8%).

«L’obiettivo delle elezioni è fallito, oggi è un giorno amaro per l’Spd» ha riconosciuto Martin Schulz ha aggiunto che i socialisti tedeschi si collocheranno «all’opposizione» pur riconoscendo che «abbiamo raggiunto molti obiettivi sociali importanti durante questi quattro anni di governo, come ad esempio l’istituzione del salario orario minimo»

Angela Merkel ha però annunciato, nel corso della conferenza stampa alla  Konrad Adenauer Haus, colloqui con Fdp, Verdi ed Spd sul futuro governo. «Io sono ottimista, come lo ero prima, sul fatto che troveremo una soluzione» ha detto la leader della CDU. «Ci sono prima i colloqui, e ovviamente non anticipare adesso se avranno successo», ha aggiunto, confidando nel “senso della responsabilità” dei diversi partiti. Cassata dallo stesso Shulz l’ ipotesi di una nuova Grosse Koalition CDU/CSU-SPD, l’ altra opzione che rimane sul tavolo è quella della “Coalizione Giamaica”, anche se non sono poche le divergenze tra Verdi e Liberali su alcuni temi, come la politica economica e la questione dell’ Unione Europea e quindi occorrerebbe una discussione circa «i contenuti». Fredda anche la posizione dei Verdi: Catrin Goering-Eckardt, una candidata di punta del partito, ha ha rivelato che «ci saranno colloqui difficili, faremo soltanto quello in cui crediamo».

«Il nostro obiettivo è assumere il ruolo di una forte opposizione in questo paese» ha ribadito Schulz commentando il risultato delle elezioni alla Willy Btrandt Haus. «Schulz è responsabile dei risultati di AfD». Con queste parole, il Ministro degli Interni Thomas de Maizière ha criticato la leadership del candidato socialdemocratico, responsabile del fallimento della SPD.

I Liberali hanno festeggiato il ritorno in Parlamento.  Il leader Fdp, Christian Lindner, ha accolto con soddisfazione il risultato del voto dichiarando: «La scorsa legislatura è stata la prima in cui i liberali non sono stati presenti in Parlamento, e sarà anche l’ultima». «Da adesso torneremo ad essere il gruppo parlamentare della libertà» – ha precisato Lindner – «Il nostro comeback è stato reso possibile da vostro voto. Dopo il fallimento è possibile un nuovo inizio».

Ad aver attirato l’ attenzione mondiale, il successo clamoroso dell’ AfD. Un risultato che non ha certo fatto piacere alla Merkel. La CDU avrebbe ceduto più di un milione di voti al partito di Alexander Gauland. «C’è un nuovo compito» – ha detto Angela Merkel – «con l’AfD del Bundestag, vogliamo che i loro elettori tornino a noi», pensando magari ad una virata a destra del partito, nell’ ottica di «un’analisi approfondita, cercando di capire le paure» di quell’elettorato che ha votato per AfD, auspicando «un’Europa più forte, capace anche di lottare contro l’immigrazione illegale». «L’ingresso dell’Afd nel Bundestag può essere minacciosa, può rappresentare un pericolo. Nessun democratico può guardare altrove di fronte a una cosa del genere nel nostro Paese» ha avvertito Shulz.

E’ dunque sceso progressivamente dal  1987 ad oggi il grado di rappresentatività delle due maggiori forze politiche. 53,4% del 2017 contro l’ 81,3% del 1987.

«Un’opposizione ragionevole ma per la Germania ed i tedeschi prima di tutto e stando attenti a cosa farà Angela Merkel» avrebbe annunciato la leader dell’Afd, Alice Weidel, affiancata da Alexander Gauland.  Come si evince dalle immagini, rispetto ai voti ottenuti dall’ AfD, c’è una netta differenza tra le regioni dell’Ovest (ex Repubblica Federale) e le regioni dell’ Est (ex Repubblica Democratica): nelle prime l’ Afd a stento sfiora il 10%, mentre nelle seconde supera anche il 20%. Se si guarda ai flussi di voto, si evince che la grande maggioranza dei voti ricevuti dal partito di Alice Weidel provengono da ex elettori di CDU/CSU, SPD, Linke. L’ indentikit dell’ elettore medio dell’ AfD è: maschio, cultura medio bassa, della Germania dell’ est.

Le prime divisioni non sono mancate, però, nemmeno nella formazione di estrema destra. Frauke Petry, l’ex leader di Afd, ha annunciato la sua intenzione di lasciare il partito e non entrare in Parlamento. La frattura sarebbe dipesa dalle diverse posizioni circa le tendenze razziste verso cui si sta avviano il partito. Occorre, secondo la Petry, una «ragionevole politica conservatrice» , «non le affermazioni assenti che abbiamo sentito in passato».

Il Consiglio centrale ebraico in Germania ha denunciato che «l’ avanzata degli estremisti di destra dell’Afd rappresenta la sfida più grande per la Germania del dopoguerra» in quanto «per la prima volta un partito populista di destra con forti punti in comune con la scena di estrema destra è stato votato per entrare nel Bundestag. Ci aspettiamo che le nostre forze democratiche facciano vedere il vero volto dell’Afd e mettano a nudo le loro vuote promesse populiste».

L’economia tedesca teme un processo di formazione del governo complicato che porti a un periodo di instabilità: “L’esito del voto non rende facile la formazione del governo”, ha spiegato il presidente della Camera di commercio e dell’Industria tedesca, Eric Schweitzer. “in questi tempi difficili” sarebbe necessario un “governo stabile”, ha aggiunto, auspicando la massima attenzione verso temi chiave quali il futuro delle infrastrutture, la formazione, la ricerca e le nuove tecnologie.

«Ho chiamato Angela Merkel per complimentarmi. Proseguiamo con determinazione la nostra cooperazione essenziale per l’Europa e per i nostri Paesi“. Così ha scritto su Twitter il Presidente francese, Emmanuel Macron. Quella di Angela Merkel alle elezioni tedesche è un’”amara vittoria”: lha detto il portavoce del governo francese, Christophe Castaner, intervistato questa mattina in diretta da Bfm-Tv. Il fedelissimo del presidente Emmanuel Macron ha quindi espresso preoccupazione per il risultato di un’estrema destra (il partito AfD) “molto violenta, molto dura, molto radicale, in Germania ancora più che altrove”.  Castaner ha infine sottolineato che “se vogliamo lottare contro i nazionalismi, i populismi in ogni Paese, serve un’Europa potente, forte, che ci protegga e che ci liberi. Oggi non è così, bisogna dunque reinventare l’Europa”, ha avvertito.

«Il rafforzamento dell’estrema destra (in Germania, ndr) è un segnale negativo per l’Italia» ha detto questa mattina il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ai microfoni della trasmissione televisiva “Uno Mattina”. «Questo è un partito anti-italiano, anti-Mediterraneo, che ci considera quasi degli esseri inferiori», ha spiegato Tajani. «Mi auguro che finalmente la politica veda una presenza dell’Italia più forte, perché il risultato tedesco impone all’Italia di essere protagonista» ha precisato il Presidente dell’ Europarlamento.

Anche il Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha telefonato alla Cancelliera Angela Merkel e le ha inviato una lettera di congratulazioni nella quale ha “ribadito la convinzione che l’Ue ha bisogno più che mai di un governo tedesco forte per ridare forma a un continente forte”, certo che “i negoziati per la formazione del governo contribuiranno a questo”.

L’ esito di questa elezione non può non avere riflessi anche sull’ Unione Europea: innanzitutto perché tornano in auge le forze anti-sistema e risultano indecifrabili, al momento, i possibili effetti che questa circostanza potrebbe avere sui rapporti tra Germania ed UE. Potrebbe subire un contraccolpo anche quel motore franco-tedesco che si era iniziato a manifestare in questi mesi così come potrebbe complicarsi il ruolo del Sud Europa nell’ Unione: un maggiore rigore dal punto di vista dei conti pubblici potrebbe essere imposto dalla Germania qualora la Merkel dovesse formare una coalizione con i Verdi e con i Liberali. Già oggi si è avuto un indebolimento dell’ euro e il contemporaneo aumento dei rendimenti dei titoli di Stato dell’ Europa meno centrale. Brutto segnale?