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Albini: uccisi, fatti a pezzi e i loro resti venduti

25 Settemrbe 2017

L’articolo della docente di Lancaster, Charlotte Baker, fa tornare alla luce il problema

Charlotte Baker, docente dell’università di Lancaster, ha scritto un articolo intitolato ‘The trade in body parts of people with albinism is driven by myth and international inaction‘, nel quale si parla delle persone affette da albinismo e del commercio illegale delle loro parti del corpo.

Nell’ultimo decennio, sono state segnalate, in 27 Paesi africani sub-sahariani, circa 200 uccisioni e più di 500 attacchi contro le persone affette da albinismo. La Tanzania registra il maggior numero di attacchi a livello mondiale. Inoltre, altre segnalazioni sono state registrate anche nella Repubblica Democratica del Congo, nel Malawi, nel Mozambico e nel Burundi. La maggior parte di questi attacchi sono alimentati da una crescente domanda di parti del corpo di persone affette da albinismo, che poi vengono usate nei riti dei guaritori che praticano la magia nera.

Si dice che i capelli, le ossa, i genitali e i pollici delle persone albine posseggano poteri straordinari, come portare ricchezza o successo. Per trarne beneficio, esse vengono essiccate, macinate, messe in un sacchettino e, poi, la polverina che si ricava può essere utilizzati in vari ambienti: nelle case, sul posto di lavoro, nelle imbarcazioni e così via.

Questo commercio illegale delle parti del corpo avviene sia a livello nazionale che internazionale.

In Tanzania, ad esempio, il Governo sta lavorando a fianco delle organizzazioni non governative e della società civile per effettuare indagini più approfondite e far votare nuove leggi per impedire questa pratica brutale, ma Paesi come il Mozambico e il Malawi devono agire con maggior fermezza per sconfiggere il commercio illegale e, nonostante il Presidente del Malawi, Peter Mutharika, abbia severamente condannato gli attacchi contro le persone albine, il governo non ha portato a termine azioni concrete per eliminare definitivamente il problema.

Distruggere la rete che gestisce il commercio illegale transfrontaliero non è affatto semplice, perché le contrattazioni illecite sono altamente segrete e controllate da acquirenti ricchi e influenti che ‘raccolgono’ le parti del corpo da famiglie povere, attirando così l’attenzione degli sconosciuti o dei membri della famiglia stessa con la promessa di far guadagnare loro circa 75.000 dollari per un intero set di parti del corpo. Basti pensare che anche le tombe degli albini devono essere sigillate con il cemento per evitare furti e appropriazioni indebite delle ossa.

Gli attivisti hanno segnalato un aumento della paura tra le persone albine, che reclamano i loro diritti e manifestano affinché la violenza perpetrata nei loro confronti finisca al più presto. Ma, nonostante la situazione sia evidente, i Governi di tutta l’Africa orientale e meridionale sono stati criticati per non aver ancora agito con misure restrittive volte a salvaguardare le persone affette da albinismo.

L’argomento sarà oggetto di dibattito in occasione della prossima riunione delle Nazioni Unite presso la sede di Ginevra. All’incontro parteciperanno esponenti dei Governi, gli accademici e la società civile per aumentare la consapevolezza e per scoraggiare il commercio illegale.

Questa è la prima volta che l’ONU riconosce la gravità del problema e l’obiettivo dell’incontro sarà quello di trovare una soluzione immediata e definitiva. Un esperto dell’ONU, Ikponwosa Ero, ha chiesto un controllo più capillare sul territorio africano e di svolgere indagini più accurate per individuare questi guaritori e per comprendere meglio il fenomeno oscuro della stregoneria.

Dunque, sono necessarie politiche nazionali efficaci da parte dei Governi e i cittadini devono essere sensibilizzati sulla questione, affinché il commercio illegale venga fermato e le persone affette da albinismo vengano rispettate in quanto essere umani che godono di uguali diritti e doveri.