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Ispettore USA avverte: le forze afgane continuano a farsi complici di sfruttamento sessuale minorile

traduzione di Lidia Ciavarella per ProMosaik
12 Agosto 2017

Frud Bezhan, RFE/RL,
1/8/2017

Originale:  U.S.
Watchdog: Afghan Forces Still ‘Complicit’ In Child Sexual Exploitation

Secondo
quanto riportato da un organo di controllo statunitense, le forze di sicurezza
afgane sarebbero complici dello sfruttamento sessuale minorile, nonostante i
precedenti richiami e le pene severe recentemente fissate dal presidente
dell’Afghanistan.
L’Ispettorato
generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan (SIGAR), incaricato di
controllare e verificare l’esecuzione dei progetti di ricostruzione del Paese,
ha formulato nuove accuse in un rapporto pubblicato il 30 luglio, che evidenziano
la difficoltà di eradicare la violazione dei diritti umani all’interno delle
forze armate statunitensi.
L’ispettore
sostiene di aver inoltrato al Congresso un rapporto riservato in merito alle
accuse di abusi sessuali sui minori perpetrati dalle forze di sicurezza afgane,
e sulla connivenza delle forze americane.
Sia il SIGAR, creato dal
Congresso nel 2008, che altri gruppi,
in passato
hanno denunciato la
ricomparsa della pratica dei bacha bazi
– letteralmente, ragazzi danzanti – in cui uomini facoltosi o potenti sfruttano
sessualmente ragazzi minorenni. Le vittime, età media 10 anni, sono spesso
orfani o provengono da famiglie povere.
In
Afghanistan il fondamentalismo islamico ha proibito alle donne di danzare in
pubblico, per cui i ragazzini sono spesso vestiti da ragazze e fatti esibire. Spesso
subiscono abusi e violenze sessuali.
“Una pratica terribile”
Secondo
i gruppi per i diritti umani, tra i maggiori colpevoli vi sono le forze di
sicurezza, le forze armate statunitensi e gli ex signori della guerra e uomini
di potere, che spesso restano impuniti.
“Gli ufficiali afgani sono
complici, specie nello sfruttamento sessuale…dei bambini da parte delle forze
di sicurezza afgane”,
riporta
il SIGAR
.
Per
la legge statunitense, è fatto divieto al Pentagono e al Dipartimento di Stato
di fornire assistenza ad una qualsiasi unità di sicurezza di un paese
straniero, qualora risulti che detta unità abbia commesso una grave violazione
dei diritti umani.
“L’esercito
statunitense è al corrente del coinvolgimento degli alti comandanti afgani e altre
figure in questa terribile pratica, ma non ha fatto molto per contrastarla,
nonostante continui ad addestrare e finanziare le forze armate afgane”, ha
sostenuto Patricia Gossman, ricercatrice di Human Rights Watch esperta in
materia di Afghanistan.
“Gli
Stati Uniti hanno il dovere di non sostenere le truppe afgane che portano
avanti tale pratica, di verificare ogni singola segnalazione e di sollecitare
il perseguimento dei responsabili”, ha aggiunto.
In
Afghanistan ci sono circa 8.400 soldati americani, impegnati nella missione
NATO per addestrare e assistere le forze di sicurezza afgane.
Secondo
quanto riferito, la pratica dei bacha
bazi
si sarebbe diffusa dopo la caduta del regime talebano che l’aveva
dichiarata anti-islamica. Adesso si è propagata dalle zone rurali alle grandi
città, compresa Kabul.
Pene severe
Per
la prima volta, a febbraio di quest’anno, il presidente Ashraf Ghani ha
definito delle pene severe contro il bacha
bazi
, riformando il codice penale. Le pene vanno da 7 anni di carcere per
violenza sessuale, alla pena capitale per i casi aggravati che coinvolgono più
di un minore.
Ma
il governo non ha ancora presentato le tempistiche per l’applicazione del
codice penale riformato.
Nel 2016, un ragazzo ha riferito a RFE/RL di essere stato rapito
e portato in un villaggio, dove due uomini lo hanno violentato. Faisal racconta
di aver danzato per due anni prima di compierne 18, età in cui molti danzatori
sono considerati ormai uomini e buttati via.
Il
rapporto del SIGAR arriva in un momento in cui gli ufficiali statunitensi
riferiscono che la lotta delle forze di sicurezza afgane contro i talebani
sarebbe ad un punto morto.
Secondo
il rapporto, l’esercito afgano continua ad avere un alto tasso di vittime, con
2.531 morti e 4.238 feriti tra il 1° gennaio e l’8 maggio. Inoltre, almeno
6.785 soldati e agenti di polizia afgani sono stati uccisi nei primi dieci mesi
del 2016.
Il SIGAR ha riferito anche
che il governo controlla il 59.7% dei 407 distretti delle regioni afgane, senza
nessun progresso; ciò lascia intendere che gli sforzi per riconquistare il
territorio perso a causa dei talebani e degli altri militanti siano falliti.

 

Frud
Bezhan si occupa di Afghanistan, Asia del Sud e Medio Oriente. Per suggerimenti
scrivere a bezhanf@rferl.org