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Felix Corley di Forum 18 – per una vera libertà religiosa

Di
Milena Rampoldi, ProMosaik. Riportiamo la mia intervista a Felix Corley,
dell’organizzazione umanitaria 
Forum 18.
Vorrei ringraziarlo per le sue parole a proposito degli obiettivi di Forum 18 e
su quanto sia importante lottare contro la discriminazione religiosa per
promuovere la libertà di credo.

Il
nostro ruolo a Forum 18 è quello di fornire rilevazioni e analisi originali,
attendibili e dettagliate delle minacce e degli atti contro la libertà di
religione e credo di tutti, qualunque sia la loro religione o il loro credo
(inclusi gli atei e gli agnostici), in modo obiettivo, veritiero e tempestivo.
Crediamo fortemente nell’abilità insita in tutte le persone di esercitare
questo diritto umano senza eccezioni.
Operativi
dal 2003, abbiamo preso il nome dall’Articolo 18 della Dichiarazione universale
dei diritti umani, e dal’analogo Articolo 18 del Patto internazionale sui
diritti civili e politici, un trattato fondamentale in materia di diritti
umani.
Pubblichiamo
resoconti sugli Stati dell’ex Unione Sovietica, che sono i principali violatori
di questo diritto umano fondamentale, ma anche sulla Turchia. Sebbene nel mondo
siano molti i Paesi che violano il diritto alla libertà religiosa o di credo –
a volte in maniera più grave rispetto ai territori di cui ci occupiamo – queste
sono le zone che conosciamo meglio e di cui possiamo occuparci in modo
accurato.
L’obiettivo
primario di chi governa queste regioni è quello di controllare la società. Ciò
significa che, oltre a limitare il diritto al giornalismo libero e indipendente
dai partiti politici, o quello di organizzarsi in un libero sindacato, viene
limitato anche il diritto individuale alla libertà di religione o di credo.
In
molti di questi Paesi è illegale: organizzare incontri religiosi non
autorizzati; stampare, pubblicare, importare o distribuire documentazione
religiosa senza sottoporla alla censura di Stato; parlare pubblicamente della
propria fede; invitare persone straniere (ma a volte anche cittadini locali) a
rivolgersi alla propria comunità religiosa senza l’autorizzazione del governo;
ad alcune comunità religiose è stato arbitrariamente negato il permesso di
svolgere le funzioni (i musulmani che non rientrano nel quadro del Consiglio
Islamico, e in alcuni luoghi i cristiani protestanti o i testimoni di Geova).
Spesso, l’abbigliamento conforme a requisiti religiosi viene proibito o
disincentivato (ad esempio l’hijab in
Tagikistan).
Chi
viola questi divieti può incorrere in multe, arresto (il 10 luglio in
Kazakistan è stata emessa la ventesima condanna penale per aver esercitato la
libertà religiosa), confisca di testi o altre proprietà (compresi i luoghi di
culto), minacce (anche di stupro) ed espulsione.
Tali
divieti si applicano a tutti gli individui e comunità religiose nel territorio
di uno Stato. Talvolta, alcuni governi hanno imposto ulteriori divieti ad una
particolare fede (in Azerbaigian vi sono restrizioni per chi guida una comunità
islamica, o in Russia, dove i testimoni di Geova sono stati messi al bando).
Forum
18 mira a garantire un monitoraggio e un’analisi diffusa e quanto più ampia ed
efficace possibile. I nostri articoli sono pubblicati sul nostro sito http://www.forum18.org e siamo anche su Twitter (@Forum_18) e Facebook
@Forum18NewsService.
Ci
rivolgiamo a diplomatici, attivisti per i diritti umani, giornalisti, vittime
di violazioni dei diritti umani, membri delle comunità religiose, studiosi e
gente di tutto il mondo. Geograficamente, il nostro pubblico di riferimento
sono coloro i quali hanno un forte interesse professionale o personale verso la
libertà religiosa e di credo nei territori di cui ci occupiamo (quasi tutti gli
Stati dell’ex Unione Sovietica e la Turchia).
Visto
che generalmente il diritto alla libertà di religione e di credo è sempre meno
rispettato dai governi di questi Stati, le popolazioni e le comunità che hanno
subito questo tipo di violazioni sono spesso riluttanti a documentare pubblicamente
la libertà religiosa e il relativo mancato rispetto di tale diritto. Oltre a
rendere più difficoltoso e dispendioso in termini di tempo ricercare le
violazioni rispetto ai primi anni, ciò evidenzia anche l’importanza del lavoro
di Forum 18, dal momento che i governi non intendono rendere pubbliche le loro
violazioni dei diritti umani. A tal proposito è significativo e non sorprende
il fatto che i governi che violano gravemente il diritto alla libertà religiosa
e di credo violino gravemente anche la libertà di espressione.
Ogni volta che a Forum 18 analizziamo una
violazione, cerchiamo anche di interrogare i funzionari statali e le
organizzazioni competenti. Sembra che, in ogni Paese che controlliamo, i
funzionari che commettono violazioni del diritto alla libertà religiosa e di
credo, conoscano e non apprezzino il lavoro di Forum 18. Lo deduciamo dalle
risposte adirate o irritate che riceviamo nel momento in cui ci presentiamo, o
dal rifiuto di rispondere alle nostre domande. Spesso mettono giù il telefono
appena sentono il nome di Forum 18. Ciò avviene perché si rendono conto che le
loro azioni repressive – sia contro gli individui che contro le comunità – sono
sotto controllo.