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Qatar: accordo con USA per tentare il disgelo

12 Luglio 2017

Tillerson tenta di tenere unito il fronte arabo della coalizione internazionale
Il Qatar e gli Stati Uniti hanno firmato un memorandum d’intesa per la lotta contro il finanziamento del terrorismo. Lo ha reso noto il Ministero degli Esteri di Doha, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, e confermato dal Segretario di Stato Usa Rex Tillerson che si trova in visita in Qatar, per cercare di risolvere la crisi diplomatica con i Paesi del Golfo.

L’accordo arriva in un momento delicato per l’area del Golfo, che vede Arabia Saudita, Emirati, Bahrein e Egitto impegnati in un embargo contro il Qatar con il fine, tra le altre cose, di spingerlo a troncare i rapporti con l’Iran. L’intesa è stata ottenuta da Rex Tillerson nel corso della sua visita nell’area, mirata proprio a ricucire i rapporti tra questi paesi. L’obiettivo finale, ha detto il Segretario di Stato americano, è «spazzare via il terrorismo dalla faccia della terra», un fine quasi obbligato poichè è proprio da una base nel Qatar che Washington coordina le operazioni militari contro l’Isis. Tillerson porterà questo risultato bilaterale all’incontro che domani avrà a Riad con le delegazioni dei quattro Paesi che hanno dichiarato la ‘guerra fredda’ a Doha.

«L’accordo che entrambi abbiamo firmato per conto dei nostri governi rappresenta settimane di discussioni intensive tra esperti e reinvigorisce lo spirito del vertice di Riyad», ha detto Tillerson in una conferenza stampa congiunta con lo sceicco Mohammed.
«Il memorandum prevede una serie di passi che ciascun Paese prenderà nei prossimi mesi e anni per interrompere e disabilitare i flussi di finanziamento del terrorismo e intensificare le attività contro il terrorismo a livello mondiale», ha aggiunto Tillerson.

In una dichiarazione congiunta, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno detto che hanno apprezzato gli sforzi degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo, ma che monitoreranno da vicino il comportamento di Qatar e che le sanzioni resteranno in vigore fino a quando non saranno soddisfatte le richieste da loro avanzate e rifiutate dal Qatar. L’Egitto, nelle stesse ore, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, Ahmed Abu Zeid, ha dichiarato che il Qatar dovrebbe essere cacciato dalla coalizione internazionale anti-Is a guida Usa. «È inaccettabile per la coalizione avere tra i suoi membri Stati che sostengono il terrorismo o che lo difendono attraverso i loro media».

Doha intanto ha annunciato che sono arrivate nel Paese nuove truppe turche.

Questo accordo entra nella scena della guerra fredda del Golfo a poche ore dalla diffusione, da parte di ‘Cnn’, di un servizio che rende noto che l’Arabia Saudita ha rotto le relazioni con il Qatar non in base alla generica accusa di sostegno al terrorismo, ma perchè l’emirato non avrebbe rispettato gli accordi con i Paesi vicini che risalgono al 2013 e al 2014 e che vietano il sostegno a gruppi di opposizione in questi Stati, così come in Egitto e Yemen. L’esistenza delle intese era nota, ma i contenuti sono sempre stati tenuti segreti fin quando non sono stati rivelati dalla tv americana, che ha ottenuto da una fonte nella regione accesso ai documenti.
Il primo accordo – scritto a mano e datato 23 novembre 2013, riporta la ‘Cnn’ – è firmato dal re dell’Arabia Saudita, dall’emiro del Qatar e dall’emiro del Kuwait. Prevede l’impegno a evitare qualsiasi interferenza negli affari interni degli altri Paesi del Golfo, compresa la limitazione del sostegno finanziario e politico a gruppi ‘deviati’, ovvero anti-governativi. L’intesa indica esplicitamente il divieto di sostegno ai Fratelli Musulmani così come ai gruppi di opposizione in Yemen che possano rappresentare una minaccia per i Paesi vicini.

Nell’accordo i Paesi si impegnano anche a non sostenere i ‘media antagonisti’, con un apparente riferimento ad ‘al-Jazeera‘, di cui i Paesi del Golfo chiedono a Doha la chiusura.
Una seconda intesa top secret e datata 16 novembre 2014, vede tra i firmatari anche il re del Bahrain, il principe ereditario di Abu Dhani e il premier degli Emirati Arabi Uniti. Il documento, sottolinea la tv, indica chiaramente l’impegno a sostenere la stabilità dell’Egitto e cita esplicitamente al-Jazeera. A dicembre 2014 la tv satellitare chiuse il canale egiziano Al Jazeera Mubashir Misr.
Un ulteriore documento allegato all’accordo del 2013 e sottoscritto dai ministri degli Esteri dei Paesi firmatari definisce l’attuazione dell’intesa. Prevede il divieto di sostegno ai Fratelli Musulmani e a gruppi in Yemen e Arabia Saudita che possono costituire una minaccia per la stabilità e la sicurezza dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo.
In una dichiarazione alla ‘Cnn’, un portavoce del governo di Doha, ha puntato il dito contro Arabia Saudita ed Emirati per aver «infranto lo spirito dell’accordo». «Un’attenta lettura del testo mostra che l’intento degli accordi del 2013-2014 era garantire che gli Stati sovrani del Ccg potessero cooperare in un chiaro contesto», ha affermato Sheikh Saif Bin Ahmed Al-Thani, direttore dell’ufficio stampa del governo del Qatar.

«Le loro domande», ha aggiunto, «non hanno alcuna relazione con gli accordi di Riad». Per Al-Thani le richieste avanzate «rappresentano un attacco ingiustificato e senza precedenti alla sovranità del Qatar», che le ha respinte, e «non hanno alcuna relazione con gli accordi di Riad».