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Migranti: l’Austria minaccia ancora l’Italia

18 Luglio 2017

Ucraina: i separatisti filorussi del Donbass hanno annunciato la nascita di un nuovo ‘Stato’ nel territorio da loro controllato

La questione migranti continua a far tenere alta la tensione tra Austria e Italia. Dopo qualche giorno di pausa, ecco il nuovo aut-aut del ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka alla ‘Bild‘: «Se il numero dei migranti illegali verso l’Austria aumenta ancora, chiudiamo il confine al Brennero. Nel giro di 24 ore possiamo chiudere il confine e realizzare controlli severi con i nostri soldati». E poi ha continuato: «La cooperazione fra sedicenti soccorritori e la mafia dei trafficanti deve finire. Dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori entrino nelle acque territoriali della Libia e prendano i profughi direttamente dai trafficanti». L’obiettivo di Sobotka è «chiudere la rotta del Mediterraneo e porre una fine al traffico con le barche dal Nordafrica, già nelle acque territoriali della Libia».

Non si è fatta attendere la risposta dell’italia per bocca del vice ministro degli Esteri Mario Giro, che all’Ansa ha dichiarato: «Il nostro Paese nessuna intenzione di compiere mosse unilaterali sulla crisi dei migranti ma Vienna deve abbassare i toni» perché non si possono mettere a rischio i rapporti tra gli Stati a causa di polemiche pre-elettorali (in Austria si vota il 15 ottobre, ndr). «Non c’è nessun aumento del numero dei migranti, come loro stessi hanno dichiarato più volte».

Passiamo all’Ucraina, dove Alexander Hug, numero due della missione speciale di monitoraggio dell’Osce, ha affermato che sono 56 i civili morti a causa del conflitto nel Donbass dall’inizio dell’anno e 255 quelli rimasti feriti. Intanto, i separatisti filorussi del Donbass hanno annunciato la nascita di un nuovo ‘Stato’ nel territorio da loro controllato. La nuova entità, che dovrebbe in teoria riunire le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, è stata denominata ‘Malorossija‘ (Piccola Russia), che era il nome dell’Ucraina in epoca zarista. Donetsk, ha annunciato Aleksandr Zakharcenko, leader dei ribelli locali, sarà la capitale.

Negli Usa un nuovo nulla di fatto sul fronte dell’ObamaCare che Donald Trump vuole eliminare. Altri due senatori repubblicani hanno dichiarato la loro opposizione al nuovo testo proposto al Senato. Con soli 52 senatori repubblicani su 100, il tentativo guidato dal leader della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell non ha possibilità di proseguire. Ma il presidente ha mandato un messaggio chiaro ai suoi da Twitter: «Facciamo fallire l’Obamacare e poi uniamoci per una grande riforma della Sanità!». Poi ha criticato «i molti democratici e i pochi repubblicani che ci hanno deluso» elogiando «la maggior parte dei repubblicani che sono stati leali, incredibili e hanno lavorato molto duramente».

Ma scoppia anche il caso della morte di Osama Bin Laden. Secondo l’ex comandante delle Forze Speciali Usa, l’ammiraglio William McRaven, che ha pianificato l’operazione Lancia di Nettuno, finita con l’uccisione del leader di Al Qaeda in Pakistan nel maggio del 2011, questi poteva ‘assolutamente’ essere preso vivo. In una intervista alla ‘Bbc‘, McRaven ha detto che la missione è andata «praticamente come avevamo pianificato, con una eccezione: come sa abbiamo perso un elicottero nel compound ad Abbottabad. Tuttavia si pianifica sempre per lo scenario peggiore, quindi avevamo un Piano A e un Piano B e un Piano C e un Piano D: il Piano A è andato un po’ storto quindi siamo saltati immediatamente al Piano B, ma abbiamo preso il nostro uomo. Poteva essere preso vivo? Assolutamente. Penso che molti hanno la sensazione che fosse una missione ‘kill only’, ma questo non era il caso».

In Francia il fondatore del Front National (Fn), Jean-Marie Le Pen, è stato rinviato a giudizio per istigazione all’odio razziale a causa delle affermazioni pronunciate nel 2014 contro Patrick Bruel, attore francese di fede ebraica. Ora sarà giudicato insieme a Jean-Francois Jalkh, direttore di Fn.com, il sito attraverso il quale è stato diffuso il video dell’intervento.

Intanto la polizia parigina ha annunciato la firma di un’intesa con siti turistici, alberghi, negozi, musei per rassicurare i visitatori e rilanciare l’attrattività di Parigi dopo anni di diminuzione dei turisti a causa degli attentati. «Il turismo è un vettore essenziale del nostro Paese e Parigi svolge in questo senso un ruolo motore», ha detto Michel Delpuech, il prefetto di Parigi durante la firma della convenzione che punta a condividere gli sforzi di sicurezza tra tutti gli operatori de turismo. Per ottenere l’etichetta ‘securi-site’ commercianti, albergatori, gestori di musei o siti di interesse turistico dovranno valutare i loro rispettivi dispositivi di sicurezza ed adeguarsi in caso di bisogno, tra l’altro, con agenti specializzati, telecamere, barriere antisfondamento.

In Turchia confermato l’arresto di 6 dei 10 attivisti per i diritti umani fermati quasi due settimane fa durante un seminario sulla sicurezza informatica, tra cui la direttrice di Amnesty International in Turchia, Idil Eser. L’accusa è di aver «commesso reati nel nome di un’organizzazione terroristica senza esserne membri». Amnesty ha definito la decisione come «un colpo tremendo per i diritti in Turchia».

Chiudiamo con il premier ungherese Viktor Orban che ha definito un ‘errore’ e un ‘peccato’ la collaborazione dell’Ungheria con i nazisti. Le parole sono state pronunciate durante la visita a Budapest del premier israeliano Benyamin Netanyahu: «Non deve accadere mai più. L’Ungheria proteggerà il suo popolo», ha dichiarato il premier. Furono circa 500.000 gli ebrei ungheresi sterminati dai nazisti.

Mentre in Israele, due militari sono stati travolti e feriti da un’automobile palestinese nei pressi di Beit Anun (Hebron, Cisgiordania). Lo riferisce il portavoce militare israeliano secondo cui si è trattato di un attacco intenzionale: «In risposta alla minaccia immediata le nostre forze hanno sparato verso l’assalitore, che è stato colpito e ucciso».