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Migranti, 35mln dalla Ue per l’Italia. Ma le polemiche continuano

4 Luglio 2017

Nuova provocazione della Corea del Nord. Cina e Russia unite contro la possibile escalation
La questione migranti continua a far litigare l’Europa. I governi di Francia e Spagna sono contrari all’idea di permettere lo sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale nei loro porti e l’Austria invece minaccia di schierare l’esercito al Brennero se «l’afflusso di migranti dall’Italia non diminuirà». Proprio su questo punto si è espresso il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil che ha confermato che «molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell’esercito fino a 750 uomini – indispensabile se l’afflusso di migranti dall’Italia non diminuisce». Il ministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: «I preparativi per i controlli alla frontiera con l’Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario» e ha confermato che i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

Intanto la Farnesina fa sapere di aver convocato l’ambasciatore austriaco «a seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero».

Ma che la tensione sui migranti sia alta lo testimonia il battibecco avvenuto al Parlamento Europeo tra il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e il presidente Antonio Tajani, con il secondo a richiamare il primo che aveva definito la presenza in aula di soli 40 deputati per il report sulla questione in maniera molto dura. «Dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l’Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d’obbligo», ha ripetuto Juncker presentando il piano d’azione per alleviare la pressione dei migranti sul nostro Paese: impegno per un centro di coordinamento in Libia, richiesta di un codice di condotta per le ong, aree di salvataggio in Tunisia e Libia, più rimpatri dall’Italia, che però deve accelerare sulle procedure. La Commissione poi invita Tunisia e Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio (Sar) e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo, mentre sollecita gli Stati membri a contribuire maggiormente al Fondo per l’Africa, per completare il contributo da 2,6miliardi di euro dal budget europeo. 

Soprattutto in arrivo da Bruxelles un nuovo esborso da 35 milioni di euro per la gestione dei migranti in Italia e un rafforzamento ulteriore della capacità delle autorità libiche con un progetto da 46 milioni di euro preparato in modo congiunto con l’Italia.


Intanto l’Oim fa sapere che il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare dall’inizio dell’anno ha superato la soglia dei 100 mila, con quasi l’85% che è giunto in Italia (85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). L’Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.

Nel giorno della festa nazionale Usa, arriva la nuova provocazione della Corea del Nord, che ha lanciato un missile balistico intercontinentale dalle coste occidentali, che poi è caduto in acque giapponesi. Il lancio è riuscito, fa sapere Pyongyang, che ha fatto infuriare tutti, a partire dal Giappone, con il premier Shinzo Abe  che ha dichiarato che «il lancio odierno del missile mostra chiaramente come la minaccia di Pyongyang diventi sempre più pericolosa».

Il presidente americano Donald Trump ha esortato invece la Cina ad intervenire, con il presidente cinese Xi Jimping che ha avuto un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. «Ci pare ovvio che non ci sono alternative a una soluzione diplomatica, un piano a tappe, se non vogliamo scivolare verso una situazione incontrollabile e potenzialmente catastrofica», ha detto il vice ministro degli esteri russo Serghei Ryabkov. Poi Russia e Cina, in una dichiarazione congiunta, hanno confermato di essere ‘seriamente preoccupate’ per il test missilistico della Corea del Nord e lo ritengono ‘inaccettabile’. Mosca e Pechino rilanciano «l’iniziativa congiunta» sul ‘doppio congelamento’ – l’attività missilistica nucleare della Corea del Nord e le esercitazioni massicce degli Stati Uniti e della repubblica Coreana – e chiedono a tutte le nazioni coinvolte di mostrare «moderazione e rinunciare alle provocazioni e alla retorica bellica».

In Germania  duro attacco del ministro dell’Interno Thomas De Maiziere, che presentando alla stampa il rapporto dei servizi interni insieme al presidente Hans Georg Maassen ha affermato: «Abbiamo visto la presunta influenza russa sulle elezioni americane e su quelle francesi e quindi non è da escludere che vi sia anche sulle elezioni in Germania». E ha citato possibili cyber-attacchi e una «classica campagna di disinformazione» come rischi più concreti. Intanto Maasen ha confermato: «Dobbiamo mettere in conto che anche in Germania vi possano essere nuovi attentati, commessi da singoli aggressori o anche con dei commando del terrore». Il numero dei salafiti è salito nel Paese infatti da 8.350, nel 2015, agli attuali 10.100.

In Francia invece è stato il giorno del discorso in Parlamento del premier Edoaurd Philippe,  che ha lanciato l’allarme: «Ve lo dico senza giri di parole, ci saranno altri drammi, altri attacchi». Poi ha promesso di «ridurre la spesa pubblica di tre punti di pil e la pressione fiscale di un punto di pil» nel corso dei prossimi cinque anni. «Vi è una sorta di tossicodipendenza francese alla spesa pubblica. Come tutte le tossicodipendenze non risolve affatto il problema che vorrebbe alleggerire. E come tutte le tossicodipendenze necessita di volontà e coraggio per uscirne», ha dichiarato Philippe durante il suo discorso. «Lanceremo un grande piano di investimenti di 50 miliardi di euro nei settori della transizione ecologica, dello sviluppo delle competenze, salute, trasporti, agricoltura e modernizzazione dello Stato», ha affermato, ma le polemiche interne continuano.

In Gran Bretagna intanto l’accordo per riformare un governo di unità nazionale in Irlanda del Nord non c’è e si deve attendere almeno fino all’autunno. A confermarlo la leader degli unionisti del Dup, Arlene Foster, al termine dell’ennesima sessione di negoziati vicino Belfast.

In Siria le forze curdo-siriane sostenute dagli Stati Uniti hanno aperto una breccia oggi nelle antiche mura della Città vecchia di Raqqa, occupata dall’Isis. L’Onu nel frattempo conferma che ci sono ancora dai 50mila ai 100mila civili.

Per quanto concerne invece la questione Qatar, il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, al termine dell’incontro in Farnesina con il segretario generale della Lega Araba, Abul-Gheit, ha affermato: «Non diamo per fallito ogni tentativo di mediazione come non diamo per acquisito l’esito negativo delle richieste. Bisogna collocarsi in una logica temporale che non prevede una soluzione immediata. C’è da lavorare e non ci saranno soluzioni in pochi giorni né in poche settimane».

I militari turchi resteranno a Cipro anche in caso di un accordo per la riunificazione dell’isola.A dirlo il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu dopo i nuovi colloqui di pace in corso in Svizzera. Cavusoglu ha specificato che Ankara non accetterà alcun accordo che preveda il ritiro delle forze armate turche dall’isola, come richiesto invece dai greco-ciprioti.

In Spagna esposta la legge sul referendum in Catalogna. A proporla i partiti indipendentisti, secondo cui se al referendum sulla indipendenza annunciato per il primo ottobre, ma che Madrid ha dichiarato illegale , vincerà il ‘si’ la ‘Repubblica catalana’ sarà proclamata nel giro di 48 ore.

Dopo Etihad, anche la Turkish Airlines potrebbe essere esentata dal bando imposto a marzo dall’amministrazione Usa su laptop e tablet a bordo dei voli provenienti da dieci aeroporti di Medio Oriente e Nord Africa. «Ci aspettiamo che il bando per i dispositivi elettronici applicato ai collegamenti con l’America sia rimosso mercoledì 5 luglio», ha detto l’ad della compagnia di bandiera di Ankara, Bilal Eksi.