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Mahmoud Suboh – Poesia di lotta per i diritti dei Palestinesi


Qui di seguito la nostra intervista con il medico, poeta
ed attivista palestinese Mahmoud Suboh che vive in Sardegna. Gli abbiamo posto
domande sui temi della sua poesia e sull’importanza della lotta per i diritti
dei palestinesi da trasmettere ai giovani. La lotta per la Palestina è
essenzialmente la lotta contro il colonialismo sionista.
Che cosa ti ha portato alla poesia?
Io sono nato in Palestina, a Betlemme dove ho vissuto la
mia infanzia e la mia giovinezza, ho visto e ho vissuto il dolore e la gioia di
quella terra. E come ogni terra nativa vive in noi e ci accompagna nella nostra
vita, immaginatevi cosa possa dire allora vedere questa terra, questa madre
stuprata e violentata quotidianamente da un nemico colonialista deciso a
cancellare e con essa il proprio vissuto ed i propri ricordi.
Ciò che mi portato a scrivere poesie e racconti? È
proprio questo: la bellezza di una terra senza voce, di una terra occupata con
la complicità di quasi tutto il mondo, intendo governi e uomini di affari, di
una terra che chiede giustizia e libertà.
2er me personalmente la poesia e la lotta politica sono
strettamente legate. Che ne pensi di questo se pensi alla tua terra, la
Palestina?
Avevo iniziato a fare -attività politica- nell’Unione
generale degli studenti palestinesi, e nella comunità palestinese- ma era
insufficiente, come se fosse insufficiente e perdeva il suo valore, la gente è
stanca della retorica e dei slogan, allora quale modo migliore della poesia e
del racconto per informare la gente? E così ho cominciato a narrare prima per i
miei figli italiani, nati e vivi qui, mentre io ho solo le mie radici qui,
volevo e vorrei far capire a loro ed a tutta la gente la bellezza del diverso
uguale, e che il dolore come la gioia sono uguali dappertutto, così come la
libertà è un diritto di tutti. 
Non avrei immaginato tutto sommato che le mie poesie ed i
miei racconti sarebbero stati, un giorno, apprezzati e resi pubblici.
La poesia come la musica, il canto, le fiabe ed i
racconti, sono anche frutto del vissuto di ciascuno di noi, in tempo di guerre
non possono essere estranei a ciò, e cercano di incidere e influenzare la lotta
del proprio popolo, dargli voce ma anche essere uno strumento valido ed efficace
di lotta contro il nemico, ma anche formando ed accompagnando la crescita e lo
sviluppo delle nuove generazioni…uno strumento e un’arma se usata bene,
danneggerebbe il nemico e la falsa propaganda. 
Come lottare oggi in Italia contro il colonialismo
sionista?
Quali sono i temi principali dei tuoi racconti e delle
tue poesie?
La narrazione palestinese è una risposta alla disinformazione
praticata dai colonialisti sionisti, in Italia in modo specifico, dove i massa
media sono in mano dei sionisti e di conseguenza raccontano solo falsità e sono
il porta voce della destra israeliana, allora visto che a noi sono anche
inaccessibili, ci rimane una informazione più efficace è proprio la narrazione
e la poesia. La cultura e ne abbiamo tanta, organizzarci in questo senso
potrebbe essere l’arma vincente, basti pensare alla bellezza delle poesie di
Darwish, i racconti di Kanafani ecc.
I temi principali delle mie poesie sono Palestina, la sua
bellezza, il suo dolore, la sua gioia ma soprattutto la speranza che tutta
questa ingiustizia finisca presto e si ritorni a vivere in pace nella terra
della pace- la Terra Santa- 
In giorno deve ritornare al suo vero volto, terra della
fratellanza, dell’armonia e della pacifica convivenza.
Come trasmettere ai giovani la forza e la motivazione di
lottare per i diritti dei palestinesi?
I giovani sono il futuro, il motore e la bandiera per un
mondo migliore, mondo di libertà e di rispetto reciproco, ma avere ciò bisogna
fare informazione, conoscenza. Oggi i mezzi di comunicazione stanno privando i
giovani della vera conoscenza, di una sana e giusta visione degli avvenimenti,
ma cosa più grave si sta infondendo in loro il nazionalismo malato, quasi
nazista, mostrando il diverso che non si conosce come il vero nemico da
combattere per uscire ad esempio dalla crisi economica?! O chi i nostri valori
morali, civili e di libertà sono minacciati da quel diverso, morto di fame ed è
in stato di guerra perché incivile, e non perché questo mondo è al centro dello
sfruttamento e teatro di una guerra creata e finanziata proprio da questi
governi civili e dagli alti valori morali?!
I giovani vanno aiutati nelle scuole ed in ogni luogo
accessibile per informarli e farli conoscere la verità, darli gli strumenti per
avere una visione universale, la guerra se scoppia non guarda in faccia a
nessuno, bisogna che tornino ad essere come i giovani che erano opposto alla
guerra in Vietnam, quando il loro motto era” mi importa”.
Per ultimo che è legato ai primi punti, fare conoscenza,
fare informazione? Allora questa voce di verità raccontata tramite la poesia va
diffuso il più possibile e soprattutto fra i giovani e nelle scuole, vanno
visti le somiglianze, le culture diverse che fanno un unico mondo, una unica
civiltà esistenza: l’umanità.
Che importanza ha la traduzione per diffondere la voce di
coloro che lottano per la Palestina?
Così i ragazzi palestinesi, i ragazzi italiani, africani,
americani…anche di credo differente possano sedersi assieme a godere la
bellezza di questa diversità, a vivere questa bella fiaba che è la vita.