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Cosa ci fa la portaerei USS George HW Bush al largo di Haifa?

2 Luglio 2017

Un’immensa sagoma grigia al largo di Haifa, in Israele. La portaerei americana USS George HW Bush è arrivata in prossimità delle coste il 1 luglio. Non entrerà in porto perché la stazza non lo permette. Sui suoi 333 metri trasporta aerei, elicotteri e un equipaggio che può arrivare fino a 5.000 uomini.

È partita dagli Stati Uniti il 23 gennaio, nei giorni in cui l’amministrazione Trump entrava in carica. Quando bombardava le postazioni dell’Isis dal Golfo Persico, dove è rimasta fino alla metà di giugno, è stata oggetto della sorveglianza dei droni iraniani e delle scaramucce delle lance veloci delle Guardie Rivoluzionarie. Adesso la Uss George HW Bush ha passato il canale di Suez ed è arrivata nel Mediterraneo.

In Israele ad accogliere i militari americani sono stati messi a disposizione navi, autobus e mezzi di trasporto. Tra pochi giorni è il 4 luglio, festa dell’indipendenza americana. I soldati la celebreranno in Israele.

È tutto quello che sappiamo. Non ci sono altre notizie sui motivi che hanno portato la più grande portaerei del mondo a pochi chilometri dal conflitto siriano. Difficile credere che quella della Uss George HW Bush sia una gita di diporto, una crociera turistica per festeggiare il 4 luglio in un paese mediorientale amico. Non ci crede nessuno. Anche perché a meno di 150 chilometri di distanza da Haifa l’esercito del presidente siriano Bashar Al Assad e le milizie libanesi degli Hezbollah hanno aperto alla fine di giugno un lungo corridoio all’interno delle zone ribelli raggiungendo Daraa, nel sud della Siria. Hezbollah e Iran sono arrivati a pochi passi dal confine con la Giordania e Israele, alleati di ferro degli Stati Uniti.

Poco più a ovest di Daraa, sul confine tra Siria e Israele gli incidenti si ripetono quasi quotidianamente. Sabato scorso l’esercito israeliano ha attaccato una postazione delle truppe governative siriane dopo che colpi di artiglieria avevano colpito le alture del Golan. Una settimana prima in un incidente simile erano morti due soldati siriani.

Nei primi giorni di giugno l’Iran ha inaugurato una nuova milizia: Hezbollah Siria. Dovrà aprire un altro fronte nella guerra eterna contro Israele. Il secondo, dopo quello degli Hezbollah libanesi. In quegli stessi giorni l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, era in Israele, in tour sulle zone di confine.

È in quel momento che scoppia la polemica sulla missione Unifil in Libano. Una fonte militare israeliana confida al quotidiano online “Al Monitor” che la missione di pace Unifil sarebbe ormai poco più di una “foglia di fico” per mascherare la presenza di Hezbollah a sud del fiume Litani. Sulla “linea blu” di confine con Israele oggi la milizia sciita avrebbe postazioni di vedetta, carri armati e batterie di droni. Tutto sotto gli occhi dei soldati della missione internazionale.

Martedì ad Astana, in Kazakistan, riprenderanno i negoziati sulla Siria. Iran, Russia, Turchia, Assad e ribelli cercheranno decidere, mappe alla mano, i confini delle zone cuscinetto dove non sarà più possibile combattere. Una di queste zone sarà nel sud della Siria, al confine con Giordania e Israele. Qui secondo le dichiarazioni di İbrahim Kalın, portavoce del presidente turco Recepp Tayyip Erdogan, verranno schierate truppe americane e giordane. Parlando il 22 giugno in conferenza stampa ad Ankara, Kalın ha rivelato che è quanto prevedono gli accordi presi ad Astana agli inizi di maggio. E con l’arrivo della portaerei Uss George HW Bush ad Haifa le truppe americane adesso non sono più tanto lontane dalla futura zona cuscinetto a sud della Siria.

Pochi giorni fa l’esercito statunitense ha inviato in Israele una flotta di aerei spia. Ufficialmente per contrastare nuovi possibili attacchi chimici dell’esercito siriano di Assad.

Lui, il presidente siriano, in quelle stesse ore, si faceva fotografare sorridente in visita a una base militare russa sulla costa siriana. Venti di guerra, anche psicologica.

Fonti vicine ad Assad in queste ore riportavano la notizia del ritiro dell’esercito americano dalla base di Al Tanf, al confine tra Siria, Iraq e Giordania. Gli Stati Uniti hanno negato.

Bisognerà aspettare ancora qualche giorno per capire se i militari a bordo della portaerei Uss George HW Bush sono davvero in gita turistica in Israele.