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Roma, la corsa per trovare la nuova Malagrotta

10 Giugno 2017

L’ultimatum della Ue perché la Capitale si affranchi dal trasporto all’estero scade il 30 giugno. Il sito andrà individuato fra una cinquantina di cave. Ma per ora è stallo. L’articolo di pagina99.

Una mega-discarica da 4,8 milioni di metri cubi. Una “Malagrotta 2” il cui sito andrà individuato fra una cinquantina di cave presenti nel territorio di Roma e provincia. È questa – al di là delle ipotesi e della bagarre politica – l’unica soluzione sin qui messa nero su bianco dalle istituzioni locali competenti per chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma ed evitare che la “sofferenza” delle ultime settimane si trasformi in una reale emergenza. Non esiste, a oggi, una soluzione diversa. Il documento che evoca la nuova discarica risale al 22 aprile 2016, data in cui la Giunta regionale del Lazio guidata da Nicola Zingaretti ha approvato la «determinazione del fabbisogno» collegata al piano regionale di gestione dei rifiuti deliberato dal Consiglio regionale nel 2012, durante la gestione di Renata Polverini.

ITER AVVIATO DA ZINGARETTI. Il piano regionale tiene conto di un auspicabile aumento della raccolta differenziata nella città di Roma fino a quota 65% nel 2021 (la sindaca Virginia Raggi spera di raggiungere il 70%) e sulla base di queste previsioni calcola in 4.801.028 metri cubi per 10 anni il riempimento della nuova discarica. È sulla base di questo provvedimento che gli uffici della Città Metropolitana – l’ex Provincia di Roma – a guida grillina sta lavorando per individuare il sito idoneo per la nuova discarica, almeno finché dall’alto non arriverà un contrordine. Un altro documento, molto più recente, firmato da Paola Camuccio, dirigente del Dipartimento metropolitano alla Tutela e Valorizzazione Ambientale, è stato infatti spedito nelle scorse settimane ai sindaci dell’hinterland romano e contiene la richiesta di individuare «delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti», con determinati criteri; allegata alla lettera anche una cartografia dettagliata in cui sono indicate una cinquantina di cave già opzionate dall’Ente. Un dietrofront ideologico da parte del M5s? Non proprio: semplicemente, prosegue indisturbato l’iter burocratico iniziato proprio da Nicola Zingaretti presidente della Provincia ma, va detto, mai interrotto dall’attuale gestione.