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Israele: sì alla pace, pronti alla guerra per la nostra sicurezza

13 Giugno 2017

Intervista ad Aviv Bar Oz, che ha lavorato presso il Ministero degli Affari Esteri e ora si occupa della politica israeliana

“Quando si parla di noi, si parla delle nostre armi, delle bombe e delle esplosioni sui bus. Deve sapere che lo scorso mese abbiamo festeggiato il sessantanovesimo compleanno di Israele e, in tutti questi anni, abbiamo fatto tantissime cose per il mondo intero. Abbiamo portato avanti la scienza, la medicina e la tecnologia, con il maggior numero di nuove aziende al mondo, e con tantissimi brand che investono nel nostro Paese. Siamo il Paese che ha più musei, più libri e che ama leggere più di molti altri Paesi nel mondo. Gli uomini e le donne d’Israele amano la cultura e vogliono conoscere sempre di più, ed eccellono lavorando nel campo scientifico e tecnologico. Ad esempio, mia sorella lavora ad Intel, che ha il più grande centro di produzione e distribuzione in Israele; allo stesso modo Google, Microsoft ed IBM hanno i loro centri di programmazione e distribuzione in Israele. Ha mai sentito parlare di Mobileye? Quest’azienda è divenuta in brevissimo tempo una delle aziende leader mondiali nel suo campo. Hanno studiato le tecniche elettroniche più all’avanguardia per proteggere il conducente di un’automobile. Loro hanno iniziato in Israele dieci anni fa con un capitale di circa diecimila dollari, ora è il più grande gruppo di produzione di sistemi anticollisione. Skype, noi stiamo parlando in questo momento grazie Skype, questo è un software Made in Israele”. Dall’altra parte del pc, a dirci queste cose, è Aviv Bar Oz, già presso l’Ufficio per la Formazione Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri di Israele, e ora impegnato negli studi politici. “Quindi, parliamo di tecnologie, parliamo di software, di innovazione, di educazione. Parliamo di queste cose, non solo di guerra e terrorismo”, ci esorta Aviv. “Abbiamo il deserto a sud, ed il mare a nord, abbiamo Gerusalemme, una delle città più belle al mondo. A Tel Aviv, pochi giorni fa si è tenuto il Gay pride, dove più di 250.000 persone LGBT hanno festeggiato per i loro diritti, per la loro libertà. Tel Aviv è considerata Manhattan del Medio Oriente, il turismo è un caposaldo della nostra economia. Abbiamo tutto: dalla storia alla cultura, dal mare al deserto in sole poche ore di macchina. Se decidesse di venire, vedrebbe il clima di sicurezza e tranquillità che si respira”.