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Isis, il racconto dell’ecatombe di Raqqa e Mosul

16 Giugno 2017

Migliaia di morti civili nelle offensive per la liberazione dal Califfo dato per ucciso. Si intensificano i raid russi e della coalizione Usa. Anche con bombe al fosforo. E i cecchini jihadisti sparano su chi fugge. 

Morti e macerie ovunque, migliaia di civili colpiti nelle case e mentre scappano, bambini raccolti dai soldati abbracciati per giorni ai corpi dei loro genitori. Qualcuno ce la fa, la maggioranza soccombe. Sono strazianti le immagini e i racconti da Mosul e da Raqqa, le capitali del sedicente Califfato dove si sta consumando un’ecatombe di innocenti. Le offensive per liberare il Nord dell’Iraq e della Siria in mano all’Isis hanno un prezzo altissimo per la popolazione che vi è confinata dal 2014: lo stesso che per anni probabilmente aveva frenato a lungo l’ex presidente americano Barack Obama dal premere l’acceleratore sui bombardamenti.

BOMBE AL FOSFORO. Raqqa viene massacrata silenziosamente con diversi membri uccisi dall’Isis e anche dell’Onu: «I raid aerei intensificati a Raqqa, in Siria, stanno causando una sconvolgente perdita di vite tra i civili. Tra loro circa 160 mila sono in fuga dalle loro case», ha dichiarato il presidente della Commissione di inchiesta delle Nazioni unite sui crimini di guerra Paulo Pinheiro, all’indomani dei video diffusi da siti mediorientali di ogni schieramento sugli inconfondibili grappoli al fosforo bianco sganciati sulla cittadina siriana dalla coalizione siriana a guida Usa.