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Il Movimento 5 Stelle pencola a destra: “svolta” o continuità?

21 Giugno 2017


Non sempre è vero che repetita iuvant. E’ da più di un decennio, cioè dagli esordi degli Amici di Beppe Grillo, che andiamo analizzando gli enunciati razzisti del meta-comico e di non pochi suoi sodali, nonché le loro conseguenti prese di posizione politica. Almeno da quando (11 febbraio 2006) Grillo riportava nel proprio blog un ampio passo dal Mein Kampf contro “i giullari del parlamentarismo”, corredato da un ritratto del Führer. 

Sei mesi dopo (20 agosto 2006), com’è ben noto, accusava di demagogia l’allora ministro Paolo Ferrero, usando lessico e argomentazioni grossolane di puro stampo leghista, compresa una parafrasi del tipico “Se gli piacciono tanto gli immigrati, se li porti a casa sua”. 

Per fare un esempio più recente, il 20 ottobre 2014, parlando a casaccio di Ebola, Isis, “clandestini” e “buonismo”, Beppe Grillo –subito sostenuto dal vice-presidente della Camera, il fine pensatore Luigi Di Maio – tratteggiava il suo programma sull’immigrazione: a tal punto rozzo e reazionario che Francesco Storace, in un tweet, avrebbe commentato che “Grillo sta saccheggiando tutte le proposte de La Destra”.

Storace non ha torto, se è vero che il M5s o almeno i suoi leader non si sono fatti scrupolo di accodarsi perfino alla campagna diffamatoria contro le Ong impegnate nell’opera di ricerca e soccorso dei profughi nel Mediterraneo: con un editoriale sul blog, firmato M5s, disinformato, cinico, denigratorio, che ha ricevuto – ça va sans dire – una valanga di commenti apertamente razzisti; e un conseguente commento di Di Maio, che ha osato definire “taxi del Mediterraneo” le imbarcazioni delle Ong, aggiungendo il classico “chi li paga?”.