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Finsbury Park, il cuore ferito della deradicalizzazione londinese

19 Giugno 2017

Culla di jihadisti negli Anni 90, l’area nota come Little Algeri era stata ripulita. Moschee con imam moderati, comunità schierate con le istituzioni e con Jeremy Corbyn. L’attentato colpisce un modello di integrazione.


Un modello di deradicalizzazione e, pian piano, di integrazione. La roccaforte elettorale, operaia e multietnica, del leader del Labour Jeremy Corbyn. Il quartiere del nuovo stadio Emirates e dei fan scatenati dell’Arsenal. Dei residenti radical chic protagonisti, sempre di più, della gentrificazione di Finsbury Park. Il sobborgo dell’attacco islamofobo del 19 giugno a Londra non era più un ghetto, una delle periferie delle rivolte urbane anche recenti della capitale, ma un quartiere cosmopolita.

TERRORISMO BIANCO. Le moschee e centri islamici e di altre comunità collaboravano con le istituzioni. Poi piomba un furgone con a bordo almeno un terrorista britannico a seminare morte tra i fedeli (uno di loro ha perso la vita, una decina i feriti anche gravi) tra la folla all’uscita della preghiera per il ramadan e tutto può di nuovo essere messo in discussione. L’attentatore, un bianco di 48 anni che avrebbe urlato «voglio uccidere tutti i musulmani», è stato salvato dal linciaggio grazie all’intervento di un imam.