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Congo: Kabila chiude la partita con il Vaticano e si avvia alla dittatura

13 Giugno 2017

Le violenze contro il clero cattolico, iniziate ad aprile, hanno un unico obiettivo: costringere la Chiesa ad abbandonare la mediazione di pace

L’intervista rilasciata dal Presidente Joseph Kabila al quotidiano tedesco Der Spiegel venerdì 2 giugno rappresenta un attacco frontale alla diplomazia vaticana lanciato dal dittatore giunto al potere nel 2001 alla morte di suo padre, Desirè Laurent Kabila. La Chiesa Cattolica, tramite la Conferenza Episcopale dei Vescovi congolesi aveva tentato di risolvere la crisi politica del Paese provocata dal rinvio a data ignota delle elezioni previste per il dicembre 2016 e l’intenzione del Rais di accedere ad un terzo mandato, in realtà quarto se contiamo il periodo che Kabila ha retto la Presidenza dall’assassinio di suo padre (2001) alle elezioni del 2006. Il 31 dicembre 2016 i vescovi cattolici avevano proposto degli accordi politici che prevedevano l’estensione del mandato presidenziale a condizione che le elezioni venissero organizzate entro i primi mesi del 2017 e il Presidente congolese rinunciasse a candidarsi al terzo mandato. Una volta ottenuta l’estensione del mandato, Kabila ha rifiutato di apporre la sua firma agli accordi di San Silvestro vanificando gli sforzi diplomatici della Santa Sede per ripristinare pace e democrazia nel Congo.

Joseph Kabila, autoproclamatosi nel 2009 il Rais (capo supremo e indiscusso) si attendeva che la Chiesa Cattolica ritornasse tra i ranghi, accettasse la situazione politica creatasi e ritornasse ad interessarsi dello stato sociale del Paese. Dal 1990 la Chiesa Cattolica in Congo, forte del suo passato, della sua autorevolezza e dei mezzi finanziari a disposizione, ha assunto il compito di alleviare la povertà della popolazione dimenticata dal potere rafforzando i servizi scolastici, sanitari e di assistenza sociale. Attualmente i migliori istituti scolastici e i migliori ospedali nel Paese sono gestiti da cattolici e in secondo piano dai protestanti. Lo Stato è praticamente assente. Contrariamente alle aspettative, i vescovi cattolici congolesi continuano ad insistere nel rispetto degli accordi di San Silvestro e aumentano le critiche verso il regime.