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CARLO FORMENTI – La controrivoluzione in America latina

22 Maggio 2017

Se qualcuno nutrisse dubbi in merito al fatto che questa è l’era del pensiero unico, un’epoca in cui non esistono quasi più giornali, radio o canali televisivi che non sostengano posizioni praticamente identiche su tutte le questioni economiche, sociali e politiche di fondo (dall’urgenza di tagliare la spesa sociale alla necessità di lottare contro il “populismo”, dalla definizione di buoni e cattivi nelle varie guerre in corso a come fronteggiare la sfida terrorista, dalla celebrazione del politicamente corretto alla condanna delle manifestazioni di piazza “violente”, ecc.) ,vada a leggersi gli articoli (o guardi i servizi televisivi) che i media mainstream dedicano alla crisi venezuelana, poi, se ne ha tempo e voglia, consulti qualche fonte alternativa in Rete, o scorra qualche articolo sui rari fogli “eretici” rimasti in circolazione.

Per quanto riguarda i primi sfido il lettore a trovare – e a segnalarmi – una voce che dia una versione minimamente obiettiva di quanto sta accadendo in Venezuela, che non dipinga, cioè, Maduro come un dittatore sanguinario a capo di un regime totalitario e i suoi oppositori come cittadini inermi che lottano eroicamente per reintrodurre la democrazia nel Paese. Per quanto riguarda i secondi, segnalo l’intervista a Luciano Vasapollo, economista e profondo conoscitore della politica latinoamericana, pubblicata sul sito Contropiano. Tuttavia, poiché mi rendo conto che il sottotitolo Giornale comunista online che accompagna la testata di Contropiano può indurre alcuni a liquidare l’analisi di Vasapollo come il punto di vista di un castrista nostalgico, consiglio di ascoltare altre due campane meno “sospette”. La prima, segnalatami dall’amico Daniele Benzi che da anni insegna in varie università latinoamericane, è un articolo del professor Gabriel Hetland, docente di Studi latinoamericani all’Università di Albany, dal titolo  “Why is Venezuela Spiraling Out of Control” e pubblicato sul sito Jacobin.