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Aldo Moro: la verità oltre la nebbia

22 Maggio 2017

Sono passati quasi quarant’anni dall’assassinio di Aldo Moro ed una fitta nebbia avvolge ancora i contorni di una parte della storia che forse non sarà mai spiegata del tutto.

Rimettiamo a fuoco i fatti di quel giorno, seguendo poi gli ultimi sviluppi.

ROMA 16 MARZO 1978

L’onorevole Aldo Moro era a bordo di una FIAT 130 seguito dall’Alfetta di scorta; non appena imboccato via Fani la FIAT 128 CD dei terroristi si inserì nella carreggiata precedendola fino all’incrocio di via Stresa dove una improvvisa frenata provoca il tamponamento a catena incastrando l’auto di Moro tra quella della scorta e quella dei terroristi.

Mentre altre auto bloccavano la strada nei due sensi i quattro brigatisti Morucci, Fiore, Gallinari e Bonisoli irrompevano sulla scena sparando contro gli uomini della scorta evitando di colpire l’Onorevole.

Le armi impiegate nel sequestro furono le seguenti: due mitra FNA 43 (Bonisoli e Morucci), un mitra M12 (Fiore), una machine pistole TZ45 (Gallinari), un mitra MAB 38/42 (Moretti-non sparò), un fucile automatico calibro 30 M1 (Lo Jacono-non sparò) e un mitra CZ Skorpion 7,65 (Balzerani-non sparò).

Durante l’azione si sono immediatamente inceppati il mitra FNA 43 di Morucci e l’M12 di Fiore che si sono defilati per disinceppare l’arma, poco dopo si sono inceppate anche le armi di Gallinari e Bonisoli che sono stati costretti ad usare l’arma di riserva, in possesso comunque anche agli altri componenti del commando.