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Viaggio nella rete degli Assisi, gli ultimi narcos italiani

15 Maggio 2017

Cocaina dal Sud America alla Locride. Con l’appoggio della ‘ndrangheta. E un giro da 44 miliardi l’anno. Sono gli affari di papà Nicola e dei figli Patrick e Pasquale Michael, arrestato a Torino. La storia.

Il 4 maggio 2017 si è conclusa la latitanza del narcotrafficante Pasquale Michael Assisi, 30 anni, erede del più grande broker di cocaina della ‘ndrangheta in circolazione: Nicola Assisi. Lo hanno scovato a Torino, in piena città, e non in America Latina come ci si sarebbe aspettati. Correva a 235 all’ora per il capoluogo piemontese su una Mercedes nera 3000 cilindri e si nascondeva in una tana di lusso: un super attico nel quartiere occidentale di Pozzo Strada dotato di ogni comfort. I carabinieri del nucleo investigativo di Torino sono riusciti a placcarlo sulla rampa del garage prima che riuscisse a far perdere le sue tracce di nuovo.

TRA SOLDI CASH E FIDUCIA. I contorni di questa latitanza hanno dell’incredibile e dimostrano come chi di lavoro fa il narcotrafficante 2.0 viva in una sorta di mondo parallelo, dove le leggi che regolano la vita del Paese sono viste solo come degli incidenti di percorso. Per i narcos della ‘ndrangheta oggi tutto è possibile: i nascondigli, la protezione e le auto di lusso le acquistano cash. Niente conti in banca, niente carte di credito, tutto si muove sul flusso della fiducia, come i veri boss mafiosi.