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Vaccini e antibiotici, i problemi ignorati dall’Agenda ONU 2030

30 Maggio 2017

Le nuove emergenze sanitarie in Italia e nei paesi cosiddetti ‘sviluppati’ dimostrano i limiti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Fino al 7 giugno è in corso in tutta Italia il primo Festival dello Sviluppo Sostenibile, un’iniziativa promossa dall’ASVIS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, guidata dall’ex ministro del Lavoro ed ex presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini, per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sui contenuti dell’Agenda 2030 dell’ONU. Due anni fa, infatti, al termine di un lungo lavoro preparatorio, le Nazioni Unite hanno rinnovato i vecchi Obiettivi del Millennio, promossi nel 2000 con orizzonte temporale al 2015, elaborando i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile con orizzonte il 2030: 17 in tutto, articolati poi in dettaglio in ben 169 target da raggiungere entro i prossimi tredici anni. Si va dalla lotta alla malnutrizione e alla fame all’uguaglianza di genere, dall’istruzione di qualità al contrasto al cambiamento climatico. Un’operazione ambiziosa e meritoria che dimostra la capacità dell’ONU di guardare al lungo periodo e produrre un’agenda globale per affrontare le sfide più impegnative per il progresso e lo sviluppo della nostra civiltà. Ma quando si passa ad analizzare il modo in cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile possono essere adottati nei paesi occidentali, e in particolare in Italia, l’Agenda si rivela a dir poco lacunosa.