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Una Compagnia della Mia Misura

di Roberta  Bassani, 5 maggio 2017. La Compagnia della Mia Misura nasce nel 2011 da
un’idea di Roberta Bassani e Vittoria La Costa, professioniste nel campo del
teatro, della danza, della danza movimento terapia e dell’educazione somatica.

Il gruppo è costituito dai DanzAttori che con un
costante lavoro di ricerca, studio e improvvisazione, costruiscono insieme le
loro performance. L’obiettivo è valorizzare le risorse di ogni singola persona,
cogliendone i movimenti caratteristici e sviluppandoli con stimoli
improvvisativi e musiche che ne mettono in risalto il ritmo e la qualità. Le
esperienze di laboratorio che proponiamo hanno alla base discipline come la
Danza Movimento Terapia, Laban Movement Analysis e il Body Mind Centering
insieme a tecniche di improvvisazione teatrale e coreografiche.

Quando un gesto e un movimento sono frutto di un
impulso interno questi diventano autentici e danno avvio alla bellezza, che in
me ha acceso il desiderio di fare coreografia e creare spettacoli.

Nel progetto della Compagnia della Mia Misura,
l’accento è posto sull’arte. L’arte
come occasione di incontro tra persone con diverse abilità, l’arte come
nutrimento del nucleo creativo e occasione di trasformazione dell’esperienza di
sé. La spinta creativa che volge verso la realizzazione degli spettacoli
permette di creare il contenitore adatto al concetto di integrazione e
inclusione sociale. L’aspetto innovativo di questo progetto, infatti, riguarda
proprio l’apertura all’esterno. Le attività svolte dalla Compagnia della Mia
Misura sono autonome e sganciate dal servizio di assistenza domiciliare. Questa
caratteristica rende le famiglie dei ragazzi con bisogni speciali che
partecipano al laboratorio più consapevoli dell’esperienza che vivono i loro
ragazzi e più attivi e collaborativi nel progetto. Inoltre, questa autonomia ci
dà la possibilità ogni anno di aprire le iscrizioni anche a persone che
arrivano da ambiti diversi, che non hanno nulla a che fare con la disabilità,
ma che desiderano avvicinarsi a una dimensione nuova, in modo da creare così un
clima orientato veramente verso l’integrazione.

Fino a poco fa, integrazione
era per me un termine che indicava adattamento,
ovvero il disabile che viene inserito in un contesto dove chi lo accoglie si
modifica per accettare la diversità e la mancanza. Ma questa esperienza sta
insegnando a me e a tanti altri ad osservare lo scambio che avviene tra le persone. “Integrazione” (dal latino integratio –onis) significa, infatti, “con influenza” e, in effetti, alcuni DanzAttori
hanno bisogno di ritrovare la spontaneità mentre altri una struttura che li
aiuti ad esprimere con intenzione ciò che altrimenti sarebbe solo confusione.
Completare ciò che manca o aggiungere quanto è utile e necessario per una
maggiore validità, efficienza, funzionalità. Ad ogni appuntamento, vedo un
gruppo che si influenza reciprocamente per riscoprire o conoscere altre
possibilità di relazione e comunicazione, un incontro in un luogo comune dove
ci si rivede nell’altro o si aspira ad acquisire qualità che l’altro mette in
gioco con naturalezza.

Gli spettacoli che realizziamo sono il veicolo attraverso
cui sperimentiamo radicali cambiamenti nell’area di esperienza
relazionale/affettiva e comunicativa di tutti i partecipanti. L’esperienza
espressiva del movimento è il terreno neutro dove la persona con bisogni
speciali incontra l’altro, uscendo dalla relazione abituale assistente/assistito
che spesso gli si propone nelle sue realtà. Un luogo dove tutti per scelta si
trovano a mettere in campo le proprie risorse e potenzialità espressive, nel
rispetto dei limiti e delle differenze.

Per portare avanti il progetto della Compagnia della
Mia Misura, partecipiamo a manifestazioni e festival di teatro e danza
amatoriali, ci mostriamo ad un pubblico non sempre preparato, ma a cui diciamo
con forza: “tutti hanno il diritto di esserci e di partecipare!”. E noi, ci
siamo.