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Robotizzazione: i numeri della rivoluzione

1 Maggio 2017

Entro il 2055 le macchine sostituiranno 1,1 mld di posti di lavoro. Un processo inarrestabile che tocca anche l’Italia. Nonostante questo la politica stenta a trovare soluzioni alla disoccupazione. Il punto.

Da qui al 2030 il mercato del lavoro globale verrà totalmente stravolto. Cambierà pelle perché avrà preso il sopravvento la cosiddetta “rivoluzione tecnologica”. Non è fantascienza o uno scenario da romanzo di Isaac Asimov, ma lo sperimentiamo ogni giorno. Basta pensare alle casse automatiche del supermercato. Amazon, a fronte di di una perdita del 25% del valore di ogni singola azione causata da costi di gestione sempre più crescenti, nel 2014 ha deciso di “assumere” 10 mila robot per automatizzare le procedure di smistamento delle merci. Airbnb e Booking automatizzano i servizi degli hotel e delle agenzie di viaggio, mentre in fabbrica i robot soppiantano gli operai e le app gli addetti ai call center.

IN USA PREVISTA UNA PERDITA DI 9 MLN DI POSTI. Un cambiamento traumatico che ovviamente lascerà vittime per strada. La rivoluzione tecnologica, secondo gli studiosi, avrà ricadute sull’occupazione: secondo la Forrester Research l’uso massiccio di robot porterà nei soli Usa alla perdita netta di ben 9,1 milioni di posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Nello studio vengono compresi non solo i robot in senso stretto, ma pure app e software. Secondo Moshe Vardi, esperto di informatica della Rice University in Texas, le stime citate sono addirittura ottimistiche. Per Vardi entro il 2045 i robot sostituiranno l’uomo nella maggior parte delle attività lavorative portando la disoccupazione sopra il 50%.