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Cyberbullismo: verso una legge che non può più attendere

8 Maggio 2017

Con l’avv. Eleonora Nocito analizziamo i punti forti del Ddl che, tra le altre cose, facilita l’eliminazione di contenuti sensibili in rete

Tra le notizie di questi giorni spicca la situazione fotografata da un rapporto Ocse sui giovani in età scolastica, che rivela come i teenager italiani siano tra i più stressati quando si tratta di approccio alle attività didattiche e più ancora alle verifiche di apprendimento. Un fatto che può essere letto come causa oppure, al contrario, sintomo dell’altro dato emerso: un ragazzo su quattro usa internet per oltre sei ore al giorno e il 47% ammette di sentirsi male se non c’è una connessione.
Uno stile di vita, quello dei nativi digitali, che quindi non prescinde da un assorbimento mediamente alto all’interno del mondo della rete, e in particolare quello dei social network.

Molti aspetti e attività del mondo reale si sono trasferiti in parte o totalmente all’interno di questo universo, da quelli più banali a quelli più importanti ed intimi. Tra questi un fenomeno che non ha risentito del passaggio dall’era pre-digitale a quella attuale e assumendo, com’è avvenuto per molte forme di condotta illecita, nuove sfumature ancora più subdole e quindi più difficilmente perseguibili. Parliamo quindi di bullismo e della sua versione contemporanea, ormai noto ai più con il nome di cyberbullismo, rispetto il quale il legislatore italiano ha iniziato a muoversi nel 2015 con un disegno di legge approvato al Senato poco più di due mesi fa e che attende il vaglio a Montecitorio in quarta lettura.