Aziende pubbliche, quando le privatizzazioni non funzionano
3 Maggio 2017
Intervista a Alessandro Carretta, professore di Economia degli intermediari finanziari nell’Università Tor Vergata di Roma
Le privatizzazioni in Italia sono iniziate a partire dagli anni novanta, e hanno riguardato le maggiori aziende nazionali del nostro Paese, quali Telecom Italia, Enel e Eni. Dettate, nella maggior parte dei casi, dall’urgenza di risanare i conti pubblici.
Nel periodo dal 1991 al 2001 molte aziende sono state privatizzate, tra le quali l’ENI, di cui Goldman Sachs acquisì l’intero patrimonio immobiliare, e quelle controllate dall’IRI, tra cui la SME (agroalimentare). Questo tipo di politica è stata attuata proprio per evitare i fallimenti in toto. Introdurre investimenti di privati in aziende che prima erano pubbliche. La commistione tra pubblico e privato, però, è stata sempre un’arma a doppio taglio. Purtroppo la storia la conosciamo. In alcuni casi, infatti, le privatizzazioni non hanno risolto il deficit economico delle aziende statali, basta pensare al caso dell’IRI, fallita definitivamente nei primi anni 2000. La domanda, però, è un’altra: come mai non riusciamo a mantenere totalmente italiana una qualsivoglia compagnia? Caso, non ultimo, è quello di Alitalia che versa in una situazione disastrosa. Per spiegare questa situazione abbiamo intervistato Alessandro Carretta, professore di Economia degli intermediari finanziari nell’Università Tor Vergata di Roma.