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Sanità allo sbando: attese di un anno, ticket salati, e i pazienti si rivolgono ai privati

6 Aprile 2017

Tra liste d’attesa infinite e costi alti del ticket, molti pazienti ormai scelgono il privato o il sistema intramoenia. Per una risonanza magnetica si aspettano in media 12 mesi, spendendo anche cento euro. Dal governo la proposta di una riforma del sistema dei ticket

Da qualche settimana, la signora Elena, 63 anni, ha un dolore al ginocchio. Il medico di famiglia le prescrive una risonanza magnetica. Lei telefona al call center dell’ospedale per prenotarla, ma il primo buco disponibile è tra nove mesi. «Le conviene farlo privatamente», le consigliano dall’altra parte del telefono. Anche perché, a conti fatti, non spenderà poi molto di più. E così fa: tre giorni dopo, esegue la sua risonanza in un ambulatorio privato, e paga poco più di 100 euro.

«Ormai questa è la normalità: tra lunghi tempi di attesa e peso eccessivo del ticket, i cittadini si stanno abituando a considerare il privato e l’intramoenia come scelte alternative al Sistema sanitario nazionale», dice Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato, la rete di Cittadinanzattiva che ogni anno riceve 25mila segnalazioni dagli ospedali e i distretti sanitaria di tutta Italia. «La sanità pubblica ormai è “in ritirata”». Un sistema che sta diventando un ostacolo per l’accesso alle cure delle categorie più deboli. Tant’è che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha avviato un confronto con le Regioni per eliminare il sistema dei ticket sanitari, inserendo pagamenti progressivi in base del reddito.