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Rwanda: ancora troppi genocidari in fuga

7 Aprile 2017

423 ruandesi incriminati sono ancora in libertà tra cui 21 quadri di importanza nazionale

Oggi, 7 aprile, si commemora in tutto il mondo il 23simo anniversario del genocidio in Rwanda. In 100 giorni furono uccisi 1 milione di cittadini ruandesi, per la maggioranza tutsi: 10.000 persone abbattute ogni 24 ore. L’Olocausto africano terminò con la liberazione del Paese attuata dai ribelli del Fronte Patriottico Ruandese – FPR guidato dall’attuale presidente Paul Kagame. Una liberazione resa possibile dal supporto attivo politico, militare e finanziario di Uganda, Stati Uniti e Gran Bretagna.

Il 23simo anniversario viene celebrato in una fase storica estremamente critica per il Rwanda. Oggi più che mai questo Paese africano divenuto un modello per tutto il mondo, è ancora minacciato dalle stesse forze genocidarie che compirono l’Olocausto nel 1994. All’est del Congo e in Burundi sono presenti circa 12.000 miliziani delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda – FDLR, create dalla Francia nel 2001 raggruppando i superstiti dell’esercito ruandese HutuPower (Forze Armate del Rwanda – FAR) e delle milizie  Interahamwe e Impuzamugambi. Questa minaccia diretta a pochi chilometri dai confini ruandesi oscura lo storico processo di riconciliazione tra il governo ruandese e il Vaticano, voluto da Papa Francesco.