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Russia, le storture di un’economia in salute precaria

1 Aprile 2017

Il rublo forte riduce il potere d’acquisto dei cittadini. E tra sanzioni e petrolio si addensano nubi sul futuro. Nel Paese scosso dalla rabbia per le diseguaglianze, il quadro si fa sempre più preoccupante.

Dal Cremlino riducono le proteste di queste giorni in un’ottantina di città russe a élite scese in piazza prezzolate dall’Occidente. Il che può darsi che non sia completamente da escludere, ma questo non toglie che Vladimir Putin stia pagando (e non solo in termini di consenso) la più profonda crisi politica e sociale nei 18 anni passati da quando è al potere.

INFLAZIONE E RUBLO SI RIALZANO. La recessione legata al crollo del prezzo del petrolio e alle sanzioni internazionali dopo l’invasione della Crimea sembrava superata. Tanto che gli economisti avevano stimato una crescita del Pil per quest’anno dell’1,5% e dell’1,8 nel prossimo, dopo il –0,6 del 2016. Il rublo, poi, a inizio marzo aveva recuperato il 19% del valore da un anno a questa parte. Mentre a febbraio l’inflazione toccava il minimo storico in epoca post-sovietica (4,6% tendenziale). Eppure tutto questo benessere non sembra essere percepito dalla popolazione.