Poesia del giorno. Octavio Paz
Maithuna
I miei occhi ti scoprono
nuda
e ti coprono
d’una calda pioggia
di sguardi
*
Gabbia di suoni
aperta
in piena mattina
più bianca
delle tue natiche
in piena notte
il tuo riso
o piuttosto il tuo fogliame
la tua camicia di luna
quando scendi dal letto
Luce stacciata
la spirale canora
dipana il biancore
Aspo
X
piantata in un crepaccio
*
Il mio giorno
nella tua notte
scoppia
Il tuo grido
salta a pezzi
La notte
sparge
il tuo corpo
Risacca
i tuoi corpi
s’annodano
Ancora il tuo corpo
*
Ora verticale
siccità
muove le sue ruote luccicanti
Giardino di rasoi
festino d’inganni
Da quei riflessi
entri
illesa
nel fiume delle mie mani
*
Più rapida della febbre
nuoti nel buio
la tua ombra è più chiara
tra le carezze
il tuo corpo è più nero
Salti
sulla riva dell’improbabile
toboga di come quando perché sì
Col riso incendi i tuoi vestiti
il tuo riso
mi bagna la fronte gli occhi le ragioni
Il tuo corpo incendia la tua ombra
Ti dondoli sul trapezio della paura
i terrori della tua infanzia
mi guardano
dai tuoi occhi d’abisso
aperti
nell’atto d’amore
sull’abisso
Il tuo corpo è più chiaro
più nera la tua ombra
Ridi sulle tue ceneri
*
Lingua vinaccia di sole flagellato
lingua che lambisce il tuo paese d’insonni dune
chioma
lingua di fruste
linguaggi
snodati sulla tua schiena
intrecciati
sui tuoi seni
scrittura che ti scrive
con gli sproni delle lettere
ti nega
con i tizzoni dei segni
vestito che ti sveste
scrittura che ti veste di enigmi
scrittura in cui mi seppellisco
Chioma
grande notte improvvisa sul tuo corpo
giara di vino caldo
versato
sulle tavole della legge
nodo d’urli e nube di silenzi
grappolo di serpi
grappolo d’uva
pestata
dalle gelide piante della luna
pioggia di mani di foglie di dita di vento
sul tuo corpo
sul mio corpo sul tuo corpo
Chioma
fogliame dell’albero d’ossa
l’albero di aeree radici che suggon notte dal sole
Albero carnale Albero mortale
*
Ieri notte
nel tuo letto
eravamo in tre:
tu io la luna
*
Apro
le labbra della tua notte
umide cavità
echi
s-nascite:
improvviso
biancor d’acqua
irruenta
*
Dormire in te dormire
anzi svegliarsi
aprire gli occhi
nel tuo centro
nero bianco nero
bianco
Essere un sole insonne
che la tua memoria brucia
(e
la memoria di me nella tua memoria)
*
E nuova sale a mo’ di nube
linfa
(salvia ti chiamo
fiamma)
Il fusto
scoppia
(Piove
neve ardente)
La mia lingua
è là
(Arde la tua rosa
nella neve)
È
ormai
(sigillo il tuo sesso)
l’alba
salva