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Nel frattempo il disastro banche continua (e stavolta lo paghiamo noi)

13 Aprile 2017

Montepaschi deve raddoppiare gli esuberi per ricevere gli aiuti di Stato. Intesa e Unicredit rottamano il fondo Atlante. E intanto i clienti hanno tolto 65 miliardi in un anno da Mps e dalle banche venete. La novità? Presto tutto questo lo pagheremo noi. Il mancato taglio dell’Irpef? È la prima rata

È notizia di ieri che l’Unione Europea ha chiesto al Monte dei Paschi di Siena un piano di taglio dei costi della banca molto più duro rispetto a quello presentato in occasione dell’aumento di capitale dello scorso dicembre. L’ha fatto, Bruxelles, perché l’istituto di Rocca Salimbeni ha chiesto di coprire gli 8,8 miliardi di ammanco di capitale con un aiuto di Stato da 6 miliardi circa, attraverso il quale il Tesoro diventerà proprietario del 70% della banca.

Una banca per cui a dicembre erano stati chiesti al mercato 5 miliardi – il mercato aveva risposto con una pernacchia – e che oggi ha ammanchi per 8,8 miliardi. Una banca che avrebbe dovuto licenziare 2.600 persone e che oggi, si dice, dovrà mandarne a casa almeno il doppio. Una banca che ha chiuso il 2016 con una perdita consolidata di 3,7 miliardi e che ha in pancia uno stock lordo di crediti deteriorati di 46,5 miliardi. Una banca che, per bocca del suo amministratore delegato Marco Morelli, presenterà un piano industriale “radicalmente diverso” da quello che i mercati hanno bocciato, che prevedeva un ritorno all’utile nel 2019.