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L’export italiano di armi cresce, la trasparenza no

27 Aprile 2017

In un anno impennata di oltre l’85%, dovuta in gran parte alla commessa da 7 miliardi di Leonardo per gli Eurofighter al Kuwait. Ma i dati del Mise sui componenti dual use restano inaccessibili.

Che la corsa agli armamenti sia partita da qualche tempo non è un mistero. Nel 2014 il giro d’affari delle compagnie classificate dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) come Top 100 è stato del 43% maggiore rispetto al 2002. Inoltre guardando al volume dei trasferimenti internazionali di sistemi d’arma si registra un aumento del 14% tra i quinquenni 2006-10 e 2011-15. I dati più recenti del Sipri (2012-2016) dimostrano come rispetto al periodo 2007-2011 il commercio del settore sia aumentato dell’8,4%. Crescita che non si registrava dall’inizio degli Anni 90.

UNA CRESCITA COSTANTE. Questa tendenza si riflette anche in Italia: le tabelle del rapporto annuale sull’esportazione e importazione dei sistemi d’arma, presentato dai ministeri della Difesa, Sviluppo Economico ed Esteri e che Lettera43.it ha potuto visionare, parlano chiaro. Dai poco più di 6 miliardi di euro di volumi totali tra import ed export registrati nel 2011 nel 2016 si è toccata quota 15,6 miliardi, 7 miliardi in più rispetto al 2015. Considerando il solo export di armamenti si toccano i 14,6 miliardi di euro, in crescita dell’85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015.