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I primi venti giorni del progetto La Pace dei Bimbi in Cisgiordania


Di Antonietta Chiodo, per ProMosaik. Sono in Palestina da tre settimane. Attualmente mi trovo in una piccola città vicino Betlemme. Nelle vicinanze vi sono diversi
campi profughi ove i bambini e i ragazzi vivono in condizioni molto difficili. Le
incursioni militari e gli arresti a danno dei più giovani sono quasi all’ordine
del giorno. In collaborazione con il maestro di scuola media O. A. Al-H. lo
psicologo che si occupa dei danni al comportamento che subiscono i più giovani,
il dottor A. H., stiamo coinvolgendo un gruppo di ragazzi inserendolo nel progetto della creazione del libro fotografico, partendo appunto dal campo A.  
La nostra intenzione è quella di non limitare il
progetto alla pubblicazione del libro, ma dargli un futuro, creando gemellaggi
e chiedendo finanziamenti a favore di un’associazione palestinese che si occupi
del recupero sociale e psicologico dei ragazzi. Lo psicologo coinvolto nel
nostro progetto dirige un centro culturale nella città di Betlemme, gemellato
con altre realtà tra cui il Russian Center.
Il Libro ed
il gruppo di Lavoro nel villaggio di T.B. nei pressi di Hebron
Il primo gruppo di lavoro è composto da 19 bambini tra
i 12 ed i 15 anni ed è stato formato grazie al supporto del maestro O. e del responsabile
del comune del villaggio. I bambini spesso vengono fermati ed anche arrestati
dai militari israeliani. Tre mesi fa il giovane Qusai che avrebbe dovuto anche
lui far parte del progetto è stato ucciso da 8 colpi dei militari israeliani. E
la sua arma era una pietra. Ed aveva solo 17 anni.
Il ragazzo più giovane del gruppo ha 12 anni ed è
stato scarcerato nel gennaio 2017 senza un reale capo di accusa dopo 2
settimane di detenzione. L’occupazione è onnipresente qui, tra un check point e
l’altro e butta la sua ombra sulle case degli abitanti palestinesi controllati
e soggiogati perennemente dalle forze di occupazione.

   



Siamo partiti con il progetto presentandoci e cercando
fiducia reciproca, in quanto per i ragazzi  non è affatto semplice credere che qualcuno si
preoccupi davvero della loro vita perché, per loro vivere significa
sopravvivere.  Ho instaurato in questi
giorni un rapporto piacevole, i sorrisi ora sono all’ordine del giorno e ad
ogni incontro mi presento con succhi di frutta e biscotti.
Già il secondo giorno i ragazzi si sono aperti nell’espressione
artistica per mostrare quello che hanno dentro. La maggior parte di loro ha
riprodotto le terre degli ulivi, alcuni un campo da calcio ed altri paesaggi,
uno di loro ha disegnato delle mani incatenate mentre l’unico, il bimbo di 12
anni ha scelto di scrivere, raccontando della morte dello zio per mano dei
militari ad un check point e dell’agonia del morente prima di spegnersi
definitivamente.
Abbiamo scelto di scrivere brevi racconti di fantasia,
futuro e libertà insieme ai ragazzi per permettere loro di evadere dall’occupazione
e dalla paura almeno per qualche ora. Condurremo anche delle interviste insieme
a loro.
E’ stato espressamente chiesto dal tutore del centro
di non rendere noti i loro nomi, cosa che non faremo, troveremo degli pseudonimi
scelti dai ragazzi stessi.

Il nostro
obiettivo
Questo progetto persegue l’obiettivo per permettere a
questi ragazzi di sognare …. Di immaginare il loro futuro familiare e
professionale …. E perché anche quello di diventare il presidente dello Stato
palestinese.
L’ intenzione primaria è la creazione di un libro di
foto e interviste insieme ai bambini per mostrare direttamente che un sogno può
tramutarsi in realtà. Ma non vorremmo fermarci qui, in quanto vorremmo creare
degli scambi tra studenti italiani e palestinesi con eventuali vacanze studio.
Fotografia ed
editing
M.A., futuro giornalista e fotoreporter è stato uno
dei migliori studenti del maestro Omar nella sua classe di 2 anni fa. Mustafa
oggi studia nella scuola dei frati salesiani ed ha deciso di collaborare al
progetto e sogna di diventare un giorno un giornalista famoso. L’edizione del
libro verrà effettuata presso la sede di Istanbul dal portale ProMosaik  e verrà tradotto in quattro lingue (arabo,
inglese, italiano e tedesco) per poi essere pubblicato dalla casa editrice
epubli di Berlino. Con l’acquisto di un libro sostenete il progetto.
        
Abbiamo deciso di scrivere questo libro insieme ai
bambini palestinesi, dando vita al progetto La Pace dei Bimbi per mostrare l’ingiustizia e l’oppressione dei
palestinesi. Israele ha disumanizzato i palestinesi, ha derubato solo dei
diritti umani basilari.
Il progetto punta quindi ad una creazione di scritti
fotografici per la documentazione anche nelle scuole, mettendo al corrente non
solo adulti ma anche adolescenti di cosa i loro coetanei stanno vivendo,
attraverso voce diretta, disegni e dipinti. La Pace dei Bimbi si sposterà di frequente, dando così modo a diverse
quotidianità di raccontarsi, perché anche se la Palestina non è un territorio
vasto, ci sono aspetti culturali particolari in ogni luogo. Attraverseremo la
terra della Cisgiordania da Sud a Nord.