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Al Shabaab, è guerra tra jihadisti somali e foreign fighter nigeriani

25 Aprile 2017

Il gruppo terrorista islamico sta eliminando diversi combattenti stranieri provenienti da Nairobi. Temendo la presenza di spie tra di loro. Dietro l’ondata di esecuzioni c’è il predicatore Ahmad Iman Ali. La storia.

Nairobi. Una purga staliniana all’interno di una delle roccaforti del terrore. In Somalia il gruppo terrorista islamico al Shabaab, fedele ad al Qaeda e non allineato con l’Isis, sta eliminando diversi foreign fighter, combattenti stranieri provenienti dal Kenya, nella convinzione che tra essi si nascondano delle spie.

CENTINAIA DAL KENYA. Gli al Shabaab (gioventù in arabo) rappresentano la maggior minaccia terroristica dell’Est Africa. Annidati in Somalia, dove hanno avuto origine come emanazioni dell’Unione delle corti islamiche che fino al 2006 controllava Mogadiscio, vengono accreditati di una forza composta da migliaia di militanti, anche se non esistono stime ufficiali attendibili. Un numero non precisato, ma probabilmente stimabile nell’ordine delle centinaia, è di provenienza keniana.

GRUPPO PIÙ NUMEROSO. Già nel luglio 2011 il gruppo di monitoraggio delle Nazioni unite su Somalia ed Eritrea pubblicava un rapporto in cui si sosteneva che i keniani rappresentassero il «più numeroso e più strutturato gruppo non somalo all’interno di al Shabaab».