General

Londra cade, ma se non fosse terrorismo?

23 Marzo 2017

Dubbi e criticità del nuovo attacco all’Europa

Nel pomeriggio di mercoledì 22 marzo, poco prima delle 16, a Londra torna l’incubo attentanti, che l’aveva vista esclusa dai circuiti europei del terrore  da luglio 2005.
Secondo le prime ricostruzioni sono cinque le persone rimaste uccise e venti ferite dopo l’attacco davanti al Parlamento inglese. Ucciso l’attentatore.
Alla guida di un suv, l’uomo identificato in un primo momento come Abu Izzadeen, si è lanciato sulla folla del Ponte di Westminster provocando i primi feriti gravi, in seguito è sceso dall’auto e ha accoltellato un agente nel cortile del Parlamento di Londra.
L’assalitore è stato ucciso, successivamente, dalle forze di Polizia dopo aver tentato di fare irruzione all’interno del Parlamento britannico attraverso i cancelli del compound di Westminster, accoltellando l’agente. Immediatamente sono scattate le misure per la messa in sicurezza del Premier britannico Theresa May che stava prendendo parte alla seduta in corso.
Fin dai primi minuti dopo l’evento, Scotland Yard ha preso atto della gravità della situazione e ha deciso di trattare il caso come un attacco terroristico, almeno finché non emergeranno elementi contrastanti.
Per quanto il caso in esame possa sembrare attribuibile allo Stato Islamico, le criticità dell’analisi sono diverse.