General

I MIGRANTI CHE “SALVANO” L’ITALIA

4 Marzo 2017


“A Riace le scuole sono vive per la presenza dei migranti, altrimenti sarebbero state chiuse per mancanza di alunni”. In una sola frase c’è tutta la prospettiva di crescita di una nazione come l’Italia che non può pensare di sopravvivere chiudendosi a riccio. L’ha pronunciata Maurizio Zavaglia, presidente del consiglio comunale di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, al primo compleanno dei Corridoi Umanitari voluti dalla Caritas e realizzati in collaborazione con le Chiese evangeliche in Italia e la Tavola Valdese.

Crollo demografico

Lo scorso anno – dati Eurostat – l’Italia è risultato il Paese con il tasso di natalità (8xmille) più basso tra quelli dell’Unione europea. Complessivamente, nei 28 Paesi dell’Unione, nel 2015 la popolazione è cresciuta passando da 508,3 a 510,1 milioni. Ma ciò, osserva Eurostat, è avvenuto solo grazie agli immigrati poiché tra i residenti le nascite (5,1 milioni) sono state inferiori alle morti (5,2 milioni).
La significativa differenza esistente tra le dinamiche demografiche in atto in Italia e negli altri Paesi più popolosi dell’Ue emerge poi dal confronto delle cifre espresse in valore assoluto. Lo scorso anno nel nostro Paese le nascite sono state quasi 486 mila contro le quasi 801 mila della Francia, le 777 mila del Regno Unito e le 738 mila della Germania.

Realismo

Al netto dei populismi dunque, e pur considerando le giuste aspettative degli italiani che chiedono un Stato equo ed efficiente, pronto a risolvere i problemi interni quanto quelli internazionali, va sottolineato che sia miope non guardare la realtà per quello che è. Le divisioni portano lotta, contrasti, morte. L’inclusione non è solo mero assistenzialismo, ma opportunità concreta.