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Gibuti diventa il centro delle tensioni internazionali

17 Marzo, 2017

Il business delle basi militari è un ottimo affare per il governo. Ma aumentano anche i rischi

La Repubblica di Gibuti è situata in una strategica posizione del Corno d’Africa tra Eritrea, Etiopia e Somalia. Con una area di appena 23200 km² e una popolazione multietnica di 846.687 abitanti il reddito pro-capite (teorico) è di 3.351 dollari annui, mentre il PIL è stimato a 3,3 miliardi di dollari. Gibuti, originalmente formata dal clan etiope degli Afar e dal clan somalo degli Issa, nel 825 DC cade sotto dominio islamico. Nel 1862 la regione fu venduta ai francesi dai sultanati di Afra, Obock e Tagiura per la ridicola somma di 10.000 talleri. La Francia prese al volo l’opportunità per controbilanciare la presenza britannica nel Corno d’Africa. La moderna capitale fu fondata dai francesi nel 1888.

Ottenuta l’indipendenza dalla Francia il 27 giugno 1977 il piccolo Stato africano non ha mai tagliato il cordone ombelicale con Parigi per motivi politici. La sua posizione strategica permette di controllare l’accesso tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano, principale rotta marittima di questa parte del pianeta. Senza l’alleanza e la protezione della Francia, Gibuti sarebbe stata facilmente fagocitata dalla Somalia ai tempi del dittatore Siad Barre che promuoveva il sogno della Grande Somalia. Un progetto teso ad allargare i confini somali determinati dal colonialismo alle terre storicamente appartenenti ai clan somali: Ogaden in Etiopia, aree confinanti del Kenya. Gibuti era rivendicata dal governo di Siad Barre come parte integrante della Somalia.