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Dopo Londra, cercasi Cooperazione d’Intelligence

24 Marzo 2017

Intervista ad Antonio Dìaz, vice-direttore della cattedra di ‘Sicurezza Pubblica e Intelligence’ presso l’Università di Cádiz

L’attacco di mercoledì 22 marzo ha scosso, ancora una volta, la capitale inglese. Londra torna ad essere, infatti, l’obiettivo di un’organizzazione terroristica che, ad oggi, sembra aver acuito le sue metodologie d’attacco. Il fenomeno dei Foreign Fighters e dei Lone Wolves, collegato allo Stato Islamico, presentano una nuova minaccia alle forze di sicurezza occidentali, costrette a trovare nuove strategie per poter prevenire e contenere un fenomeno, che stravolge, ancora una volta, l’Occidente.

E’ dal lontano 2001, ormai, con l’attacco alle torri gemelle, che il terrorismo è presente nelle agende di sicurezza della maggior parte, se non di tutti, i Paesi occidentali. La minaccia ha dimostrato di essere variabile, multidimensionale e di scarsa, se non impossibile, prevedibilità. La cooperazione internazionale tra le agenzie d’Intelligence risulta essere, ad oggi, un fattore chiave e necessario per poter far fronte al terrorismo. Il Daesh, con la sua propaganda online, assai attrattiva, e con la sua rete, difficile da individuare, in quanto ‘intangibile’, sta mettendo a dura prova le forze di sicurezza e le agenzie d’Intelligence, europee e non. E’ necessario uno sforzo ulteriore, che renda l’Intelligence capace di trovare nuove strategie e metodologie, per contrastare una minaccia così variabile e imprevedibile.