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11mila sfollati, 18 casette: la ricostruzione del Centro Italia è peggio del terremoto

3 Marzo 2017

A vincere l’appalto da 1,2 miliardi, un’azienda di Terni che si era sempre occupata d’altro. Nel frattempo anche i contributi non arrivano. E i sindaci attaccano: «Sbagliato tutto sin dall’inizio. Troppa burocrazia e troppe carte, spesso inutili»

Basta affacciarsi alla Porta Romana di Norcia, dove è attivo uno dei presidi della Protezione Civile sin dalle prime scosse che hanno devastato il centro Italia: lungo la strada principale che attraversa il cuore del paese, ancora un cumulo di detriti e calcinacci tra case diroccate. «Le macerie sono ancora tutte lì», ci dice un signore, sconsolato. La gente, qui a Norcia, a sei mesi dal sisma è ormai svuotata, senza alcuna speranza concreta. Vuole solo sfogarsi e denunciare il proprio stato di abbandono. Facciamo pochi passi e ci ferma un imprenditore. Aveva un piccolo agriturismo, con annessa stalla e animali. «Ho perso praticamente tutto – ci racconta – e nessuno mi sta dando una mano. Pure per rivendere il latte che avevo accumulato prima del terremoto, avevo chiesto all’amministrazione semplicemente che liberassero dalle macerie la strada che porta al mio agriturismo, che non è nella zona rossa, ma niente. Ho mandato tre raccomandate e non ho ricevuto nessuna risposta». Alla fine ha dovuto provvedere da solo a liberare la strada e consentire il trasporto del latte, per racimolare qualche soldo. Abbandonati, insomma.

Esattamente come lo è Alessandra, terremotata di Arquata del Tronto. Dinanzi al silenzio delle istituzioni, anche Facebook può dare una mano. È da qui che è partito il suo appello, disperato, in cui chiede una roulotte per lei e sua madre: «non possiamo permetterci di pagare un affitto», dice. Già, perché il punto è proprio questo: tra casette che tardano ad arrivare e contributi inesistenti, chi può si è servito dei propri risparmi per spostarsi o comprare una piccola abitazione. Gli altri sono nella disperazione. Basta visitare il sito terremotocentroitalia.info per rendersi conto del livello di abbandono di tanti. Il 18 febbraio era una famiglia di Amatrice a chiedere disperatamente una roulotte, «anche usata» perché è urgente: «ci sono bambini». Il 20 febbraio a chiedere un alloggio era una coppia di Cingoli, in provincia di Ancona. Il 28 febbraio è stato, invece, proprio il Comune di Castelraimondo (Macerata) a lanciare un appello: «Si cercano alloggi per sfollati. Stanno vivendo una situazione difficile tutti coloro che hanno perso le loro abitazioni, dichiarate inagibili a causa delle scosse sismiche. Proprio per questo il Comune – si legge ancora – lancia un appello a tutti coloro che hanno un’abitazione da poter mettere a disposizione per i terremotati».