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Yemen: quello che l’umanità sta perdendo

23 Febbraio 2017

Intervista con Anna Paolini, rappresentante dell’UNESCO per il Golfo e lo Yemen

Yemen. Terra della regina di Saba.  Frontiera tra leggende, tradizioni, storie orali e storia di civiltà. Ancora incerti sulla sua reale esistenza o meno, si narra che la regina partì da qui per andare ad incontrare a Gerusalemme Re Salomone.  Conosciuta dai romani come ‘Arabia Felix‘ o Arabia Felice, ci lascia un po’ disorientati se la guardiamo oggi.

Nel marzo 2015 comincia l’operazione ‘tempesta decisiva‘.  A guidare la coalizione c’è l’Arabia Saudita, seguita da altri Paesi arabi, e supportata logisticamente degli Stati Uniti. Nel bersaglio gli Houti, un gruppo islamico sciita, affermato nel nord del Paese e supportato economicamente dall’Iran che si contrappone alle forze sunnite, fedeli all’ex Presidente Abdi Rabbuh Mansour Hadi il cui vice é attualmente alla testa del Paese. In termini di vite umane, le perdite sono subito enormi. Ma non é tutto.

Lo Yemen é anche altro. Qualcuno con una forte sensibilità artistica lo aveva giá intuito agli inizi degli anni ’70: Pier Paolo Pasolini. Pasolini nel 1971 gira ‘Le mura di Sana’a’, un documentario per chiedere all’UNESCO di inserire la città tra i patrimoni dell’umanità e proteggerla.