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Viaggio nel Canada di estrema destra

31 Gennaio 2017

La Meute e Atalante Québec: i gruppi che incitano all’odio

Nonostante Justin Trudeau, Primo Ministro del Canada, riesca a commuovere un po’ tutti con il suo afflato umanitario e garantista dei diritti dell’uomo e del cittadino, il suo Paese ha forti contrasti interni. C’è chi, come lui d’altronde, tenta di portare avanti politiche di inclusione di tutte le minoranze al fine di riportare in auge il sogno multiculturalista canadese e chi, invece, proprio non vuole saperne di avere altri cittadini oltre ‘i bianchi’ in giro per le strade. L’estrema destra canadese è un grande calderone di tradizioni anglofone e francofone; c’è La Meute (il branco), Atalante Québec e i Soldiers of Odin (i soldati di Odino). Ognuno di questi gruppi pesca direttamente da ‘tradizioni’ assai differenti. Il primo si ispira ai lupi, il secondo risulta essere un po’ l’equivalente dell’italiana CasaPound, con l’attuazione di gesti simbolici di rilevanza ‘sociale’ (quantomeno a detta dei suoi membri), e infine c’è il terzo che si ispira direttamente a quella storia secondo la quale, effettivamente, qualche vichingo in America ci sia arrivato.
La prima reazione che da un normale cittadino ci si aspetterebbe sarebbe quella di ritenere questi gruppi piuttosto confinati ai margini della società canadese. Eppure così non è. La Meute conta ben 43.000 membri su tutto il territorio nazionale. Organizza ronde, i suoi membri si vestono con camicie o altri indumenti, tassativamente neri, sui quali è stampato il muso di un lupo. Hanno un gruppo segreto su Facebook dove con tutta probabilità organizzano le loro azioni e si coordinano. Il loro fondatore, Eric Venne, veterano della guerra in Afghanistan così parlava lo scorso Dicembre: «Non voglio vivere sotto la Sharia. Non voglio vivere sotto un regime islamico totalitario». Da questa dichiarazione sembrerebbe proprio che il Canada stia rischiando qualcosa in termini di sovranità nazionale a causa dell’altissimo numero di cittadini di religione islamica presenti sul territorio, eppure, come spesso accade, basta guardare i dati per bollare le affermazioni di Venne come tendenziose e la sua atavica paura come infondata. Su una popolazione di circa 35 milioni, infatti, il Canada può vantare un milione di musulmani; ne consegue che un trentacinquesimo della popolazione è di fede islamica. Il 3% per essere più precisi. Non solo: l’ultimo rapporto del Governo canadese in materia di cittadini di fede islamica risale ad Aprile 2016 e guardando i grafici contenuti al suo interno si possono comprendere alcune cose. La prima di queste è che i cittadini di fede islamica sono estremamente felici di vivere in Canada (nonostante l’inverno piuttosto rigido), la seconda è che si sentono accettati dal resto della popolazione e la terza è che questi cittadini ritengono di doversi sottomettere alle necessità dello Stato anche se questo significa accantonare qualche piccola tradizione. In particolare, stando sempre al documento rilasciato, i cittadini di fede islamica sarebbero addirittura disposti a rinunciare al niqab.  A occhio e croce, sembrerebbe la comunità musulmana che ogni Paese vorrebbe avere. Ma l’estrema destra non ci sta. Lo stesso Venne ha dichiarato: «Stiamo andando in quella direzione. Potrà non sembrare così nel 2016. Ma domani la gente potrebbe dire, ‘Oh.’ Ma sarà troppo tardi». Correre ai ripari è la parola d’ordine.
Nel momento in cui il gruppo segreto di Facebook di La Meute ha raggiunto un numero sufficiente di membri, è stata registrata un’associazione che ha cominciato a raccogliere fondi per le ‘azioni’ da intraprendere al più presto. Ad Agosto, nella provincia del Québec, il gruppo ha cominciato a distribuire brochure informative e a Novembre ha assaltato una piccola conferenza informativa di un gruppo di volontari che cercavano ospitalità per una famiglia siriana.