General

Unione Europea in soccorso del Gambia

13 Febbraio 2017

Il nuovo Presidente ha bisogno disperato di liquidità, la comunità internazionale interviene

L’Unione Europea è il primo partner internazionale che corre in soccorso al nuovo Presidente del Gambia, Adam Barrow, con un succolento pacchetto di aiuti, 225 milioni di euro. Una notizia confermata dallo stesso Barrow che dichiara lo stato di bancarotta economica causata dal regime di Yaya Jammeh.
Un primo finanziamento di 75 milioni di euro sarà versato nelle prossime settimane, per far fronte alla crisi alimentare e alla disoccupazione che costringe migliaia di giovani gambiani a intraprendere pericolosi viaggi clandestini in mare per raggiungere le coste europee. Sui 75 milioni, 11 sono destinati proprio alla occupazione giovanile.  Altri 150 milioni saranno versati nei prossimi mesi dopo aver individuato con le nuove autorità gambiane le aree prioritarie di intervento. «L’Unione Europea si impegna a sostenere il cambiamento democratico e pacifico in corso in Gambia, il Presidente Adam Barrow e il suo Governo», ha dichiarato il Commissario Europeo per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo, Neven Mimica.
L’Unione Europea aveva sospeso gli aiuti umanitari nel dicembre 2014 causa il mancato rispetto dei diritti umani del ex Presidente Jammeh, accusato di aver promosso una inaudita ondata di esecuzioni extra giudiziarie e arresti arbitrari contro oppositori e minoranze sessuali. Il generoso aiuto europeo è stato elargito per due motivi: contenere i flussi migratori clandestini dal Gambia e collaborare con le esigenze geo-strategiche della Francia nella regione che puntano al controllo del piccolo Paese anglofono enclave del Senegal.
L’aiuto europeo donerà una boccata d’aria fresca all’economia gambiana praticamente distrutta. La Tesoreria di Stato ha riserve di valuta pregiata sufficienti per onorare i pagamenti internazionali per due mesi. Lo Stato è in bancarotta e l’economia in coma. Molte imprese pubbliche sono soffocate dai debiti creati dall’ex Presidente. Soffrono, inoltre, di un eccesso di mano d’opera non qualificata anche ai livelli dirigenziali che compromette le performance economiche. Nel lungo periodo della dittatura, Jammeh ha riempito ministeri e aziende pubbliche di parenti, spesso non qualificati per il ruolo acceduto. La disoccupazione giovanile ha ormai raggiunto il 80%, obbligando migliaia di giovani a tentare fortuna all’estero, nei vicini Paesi africani, in Europa e nelle Americhe. Il 38% del PIL nazionale proviene dalle rimesse finanziarie inviate dalla diaspora gambiana.
La precaria situazione è aggravata dal saccheggio delle casse di Stato compiuto dal dittatore Jammeh prima di andare in esilio in Guinea Equatoriale. Secondo il nuovo Ministro degli Interni, Mai Ahnad Fatty, il dittatore avrebbe rubato 11,4 milioni di euro e due macchine blu spedite in Guinea Equatoriale con areo cargo. «La Gambia è in bancarotta. Le casse dello Stato sono state svuotate. Questo è un dato di fatto confermato dagli impiegati del Ministero delle Finanze e della Banca Centrale», ha affermato il Ministro Fatty al quotidiano inglese ‘The Guardian‘. La giusta denuncia suona leggermente di ipocrisia.