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Traffico di armi: le ombre su Annamaria Fontana, la Dama in nero

3 Febbraio 2017

Vent’anni di visite in Iran. Presunti legami con i pasdaran. Conti a Teheran, Beirut, Tunisi e migliaia di euro elusi al Fisco. Chi è l’ex assessora del Pci, fermata per gli affari sospetti nella Repubblica islamica.

Il caso della coppia di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, fermata per traffico di armi verso l’Iran e la Libia, insieme all’amministratore delegato della Società italiana elicotteri Andrea Pardi e a un loro intermediario libico, ha poco, se non nulla, a che fare con le radicalizzazioni islamiche che allarmano l’antiterrorismo in Europa e molto con gli interessi economici delle illecite vendite di elicotteri, fucili d’assalto e missili terra aria a (secondo l’accusa tra il 2011 e il 215) a Paesi sotto embargo.

LE RELAZIONI CON TEHERAN. Il convertito della famiglia, musulmano del ramo sciita persiano ribattezzato Jaafar, è il 68enne Mario Di Leva, attivo soprattutto nelle transazioni di armi in Libia verso gruppi di miliziani riconducibili al composito blocco degli islamisti di Misurata, al momento parte del governo di unità nazionale di Tripoli. La moglie 62enne Annamaria Fontana è invece un personaggio noto da diverso tempo per le sue relazioni con l’Iran e i lunghi periodi trascorsi a Teheran. Per i veri o millantati contatti con i Guardiani della rivoluzione, i pasdaran persiani, nel 2006 finì anche al centro di una spy story internazionale.