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Storie di Bambini e di Sassi – Una poesia di Brunella Giovannini


Di
Milena Rampoldi, ProMosaik. Qui di seguito un’altra poesia di Brunella
Giovannini, questa volta sui bambini spaccapietre del Benin, bambini a cui
viene presa la gioia di poter essere bambini e come gli schiavi non fanno che
rompere pietre dalla mattina alla sera. Per saperne di pi
ù, leggete il seguente
articolo
, pubblicato su 24emilia, corredato da delle immagini
toccanti di bambini che sono anche i nostri figli, i figli di tutti noi. Nella
sua poesia Brunella ci suggerisce come persino i sassi se avessero una voce
urlerebbero…
Così è
da sempre.
Quando
la notte cede la luce al giorno,
nel
grande campo circondato dalle pietre
si
inizia a battere per sbriciolare i blocchi.
Seduti a
terra con un masso tra le gambe,
piccoli
bimbi  impugnano un martello
e
ritmicamente picchiano,
sui
grossi sassi che devono frantumare.
Grandi
occhi scuri dallo sguardo rassegnato,
mani
minute  che non hanno mai giocato.
Miseri
stracci con parvenze di vestiti,
coprono
corpi  imbrattati e denutriti.
Nell’aria
opaca resa grigia dalla polvere,
neppure
un sogno  riuscirebbe a sopravvivere.
Dieci
ore dopo  con le braccia indolenzite
lasciano
il campo  trascinando i passi,
poveri
piccoli stremati e stanchi,
privati
anche del calore di un sorriso,
e per
ricompensa,  mezza ciotola di riso.
E’ una
storia che si ripete da millenni
nel
susseguirsi di albe e di tramonti,
perfino
i sassi  se avessero la voce,
vorrebbero
urlare a tutti
quanto
la vita,  sia triste e atroce
per gli
schiavi – bambini del Benin.