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Romania, le proteste contro la corruzione scuotono il Paese

4 Febbraio 2017

Mai così tanti in piazza dalla caduta di Ceauşescu. Proteste di massa contro le leggi amnistia del nuovo governo per i politici corrotti. Col popolo il presidente, la magistratura e l’Ue.

L’eco delle proteste a oltranza in Romania ha fatto il giro dell’Europa. Tra i 200 mila e i 300 mila manifestanti, da tre giorni e senza intenzione di arrendersi, scendono in piazza in tutte le principali città sfidando anche temperature sotto lo zero. La sera si radunano a Bucarest, Timisoara, Sibiu e altri centri gridando: «Ladri, ladri, i ladri lavorano di notte!». Una rabbia che agli italiani può ricordare quellA delle monetine a Bettino Craxi durante Tangentopoli, nel 1993, anche se in Romania si parla delle più grandi dimostrazioni di massa dalla caduta di Ceauşescu nel 1989.

CORRUZIONE DI STATO. La causa delle proteste è la stessa delle vaste manifestazioni già avvenute nel 2012, e poi nel 2013, fino all’ennesima crisi di governo del 2015, dopo le indagini a tappeto anti-corruzione della magistratura scattate un anno prima contro la classe politica: oltre a varare misure d’austerity, con tagli alla spesa e impopolari privatizzazioni, i premier che si sono succeduti – di centrodestra e centrosinistra – hanno tutti tentato di salvarsi la pelle, facendo maldestramente approvare in parlamento modifiche al codice penale o decreti legge d’urgenza che garantissero loro scappatoie legali o addirittura l’immunità.


L’ultimo della serie è il neo premier socialdemocratico (Psd) Sorin Grindeanu. Eletto alle Legislative dell’11 dicembre 2016, dopo le dimissioni del compagno di partito Victor Ponta, incriminato nel giugno 2015 per frode, evasione fiscale e riciclaggio, ha tra i primi atti confezionato un decreto legge che depenalizza alcuni reati di corruzione e punisce l’abuso di potere solo se fa un danno allo Stato per più di 44 mila euro. L’atto è stato licenziato la sera, in sordina, e solleva il leader del Psd Liviu Dragnea, a processo con il capo d’imputazione alleggerito per una perdita al Paese di circa 24 mila euro, dalla possibile condanna.