General

Paolo Gallo: «Oggi i capi guadagnano 130 volte i dipendenti. Se ne può parlare?»

11 Febbraio 2017

Intervista al responsabile delle risorse umane del World Economic Forum dopo Davos: «Oggi smettiamo di studiare a 25 anni, non ha più senso. Trump? Non è il voto di una banda di disinformati, è il segnale che il malessere della classe media ha superato la soglia critica»

«Il senso di Davos 2017? Far capire a chi prende decisioni che abbiamo bisogno di una leadership responsabile e che dia risposte vere. Al momento la mancanza di fiducia si respira in ogni angolo del mondo. Ad esempio assistiamo ad una distribuzione della richezza totalmente squilibrata, l’1% della popolazione possiede il 95% dalla richezza, roba da vergognarsi». Messa così è una mezza rivoluzione, roba che nemmeno Donald Trump. E se a parlare – «a titolo personale», come tiene a sottolineare – è Paolo Gallo, autore del libro “La Bussola del Successo” (giunto alla quinta ristampa in 5 mesi) che del World Economic Forum è responsabile delle risorse umane, dopo una carriera che l’ha visto passare anche da istituzioni come la World Bank e Banca Europea per lo Sviluppo, la rivoluzione è quasi completa: `«Con circa quattromila partecipanti e 420 sessioni su temi molto diversi è dura dare un interpretazione univoca del Forum – spiega -, ma il cuore del problema è molto chiaro: bisogna avere una distribuzione della crescita diversa, affrontare i cambiamenti climatici con energia, cambiare il modo in cui si gesticono i 60 milioni di rifugiati nel mondo piu della popolazione Italiana».

Detto a Davos suona un po’ strano, però. Se non altro perché la visione di Klaus Schwab fondatore del World Economic Forum è molto ottimista, come evidenziato e nel suo ultimo libro dedicato alla quarta rivoluzione industriale…
Il professor Schwab ha una visione ottimista della quarta rivoluzione industriale, così come di molti altri cambiamenti. Il cambiamento portera a maggiori le opportunità. Poi ci sono i pessimisti, ovviamente, che hanno paura di chi perdera il lavoro per colpa dell’automazione.