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Marta Cangi – arte e dialogo

February 22, 2017February 23, 2021 by Milena Rampoldi
Di Milena Rampoldi, ProMosaik.
Qui di seguito la mia intervista con Marta Cangi, insegnante presso la scuola
elementare Marco Polo di Istanbul. L’ho intervistata per parlarle dell’educazione
al dialogo mediante l’arte in quanto Marta con i bambini della 4./5. elementare
lavora molto sull’educazione artistica ed estetica che valorizza le differenze
culturali e promuove dunque una mentalità all’insegna della tolleranza e del
rispetto della diversità. Vorrei ringraziare Marta per le sue risposte.

Marta Cangi 
L’arte secondo me è un
linguaggio universale che fin dall’infanzia apre al mondo e alla diversità? Che
ne pensi di questo?
L’arte,
nelle sue forme e sfaccettature  (arti
visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge tutti i sensi del bambino e ne
rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali nonché
interculturali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad
influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima,
favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie
di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione.
Utilizzando
il canale  privilegiato  del gioco, soprattutto nell’infanzia, l’arte
svolge un ruolo insostituibile nel trasmettere al bambino quelle competenze che
gli saranno utili nell’affrontare più preparato la vita e nel contribuire, con
la propria personalità, a costruire una società civile migliore.


Quali sono gli obiettivi
principali del tuo progetto sull’arte?
Gli obiettivi
formativi
ai quali il progetto tende e richiesti anche dal curriculum
italiano della scuola primaria e dell’infanzia nell’ambito dell’educazione
artistica  sono le capacità di:
®    sviluppare armonicamente la personalità dei bambini
insegnando a valorizzare se stessi e gli altri, migliorando la conoscenza di
sé;
®    saper riconoscere e comunicare le proprie emozioni;
promuovere un primo livello di alfabetizzazione intesa come acquisizione
critica dei linguaggi visivi, conoscendone gli elementi e le differenze,
attivando l’espressione e la comunicazione delle esperienze, nonché la
decodificazione e l’interpretazione delle immagini, e consolidando
progressivamente la competenza comunicativa;
®    potenziare la creatività espressiva che è carattere
comune a tutti gli individui ed è educabile;
®    incentivare la maturazione del gusto estetico, in modo
da rendere sempre più ricca la comprensione del messaggio e dell’emozioni
veicolate dalle opere d’arte;
®    sperimentare differenti tecniche espressive
®    riconoscere e usare gli elementi del linguaggio
visivo: il segno, la linea, il colore, lo spazio, il movimento, la materia;
utilizzare le tecniche grafiche e pittoriche, manipolare materiali plastici e
polimaterici a fini espressivi;
®    valorizzazione degli elaborati dei bambini attraverso
l’allestimento delle loro opere.
Quando si parla di obiettivi occorre tuttavia differenziare
diversi  piani,
dal
punto di vista cognitivo il progetto
tende a:
• a sviluppare
capacità di problem solving, a comprendere che i problemi possono avere più di
una soluzione e che ogni domanda può avere più di una risposta.
Le soluzioni
raramente sono fisse, ma cambiano in base alle circostanze e alle opportunità.
• a elaborare una prospettiva multipla, influenzando anche il modo di osservare
e interpretare la realtà.
• a pensare “con”
e “attraverso” i materiali, rendendoli consapevoli del fatto che attraverso
mezzi materiali è possibile trasformare le idee in realtà.
 Su quello emotivo:
• incoraggiare la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire
ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica
interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un
determinato lavoro artistico;
•sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta
numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della nostra
conoscenza, soltanto l’arte ci consente di esprimere sentimenti che
diversamente non troverebbero sfogo;
• permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più
ampio spettro di sensazioni possibili.
Dal punto di vista dello sviluppo sociale del bambino, questo progetto vuole:
• insegnare ad elaborare opinioni sulle relazioni “qualitative” e non solo
“quantitative”. dove prevalgono le opinioni e i giudizi sulle “risposte
corrette” e sulle “regole”,
• favorire le competenze socio–emozionali. Il bambino impara a trovare un
accordo con se stesso e a controllare i propri sforzi. Questo processo, insieme
alla pratica della condivisione e dell’alternarsi, favorisce l’apprezzamento
degli sforzi altrui e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’unicità di
ciascun individuo, da cui deriva una positiva consapevolezza di se stessi;
• diventare un efficace strumento terapeutico per giovani problematici;
• per la sua natura multiculturale, favorire l’integrazione di chi e di ciò che
appare come “diverso” e quindi sviluppare intercultura.
Per quanto riguarda lo sviluppo motorio:
• migliora le funzionalità motorie nonché la coordinazione occhio-mano e accresce
l’autostima del bambino.
Come può l’arte contribuire al
dialogo tra le culture?
Non c’è cultura senza arte e non c’è
arte senza cultura. Ne deriva che l’arte è uno strumento potente per promuovere
la comprensione interculturale, la comunicazione e l’apprezzamento della diversità.
Le opere d’arte
possono essere punti di vista, voci, racconti di mondi; sono un mezzo per
avvicinarsi al non familiare ed ampliare la nostra zona di comfort.
I contatti
interculturali non sono mai sterili e unidirezionali. Quando si visita una
mostra d’arte internazionale, si guarda un 
film o si ascolta di musica straniera al pari di quando si viaggia, si è
esposti ad architettura, modi di pensare, arte di strada, ecc., veniamo cioè
toccati e influenzati da altre culture .
Lentamente, senza
problemi, in modo invisibile, stili e modelli, dimensioni e forme, vengono
aggiunti alle nostre identità  già
complesse e molteplici.
L’arte potrebbe
essere vista come una zona di contatto dove le culture si incontrano in un
clima di convivialità incoraggiando il dialogo interculturale.
Il dialogo
interculturale porta ad un’apertura al cambiamento creativo all’interno di un
sistema, in quanto presenta possibilità di nuovi progetti di vita.
Il rapporto tra le
diversità culturale e il dialogo interculturale è una strada a doppio senso.
Il dialogo
interculturale può creare nuovi incentivi per una riflessione su se stessi e nel
contempo sull’ esterno proponendo 
interessanti nuove prospettive
per la
coesistenza, la cooperazione, lo sviluppo e l’apprendimento reciproco.
Questo è un tesoro che può fiorire e
deve essere alimentato  attraverso
l’educazione formale e informale per far sì che i nostri figli diventino  cittadini del mondo.


Il bambino diventa parte
dell’opera d’arte e si immedesima nell’artista. Che competenze acquisisce in
questo modo?
İl bambino acquisisce il  controllo delle emozioni visive, processo
fondamentale nella nostra vita sociale. 
L’ opportunità di disciplinare le proprie emozioni mediata dalla visualizzazione  cosciente di un’opera d’arte e dell’artista
vuole educare all’ immedesimazione visiva 
cioè quel tipo di sperimentazione di un’“emozione” che induce a fondersi
negli stati d’animo dell’artista attraverso le sue opera d’arte e la sua
biografia.
Gli attuali ritrovati nel campo delle
neuro-scienze hanno evidenziato l’attività dei “Neuroni Specchio” che sono
sensibili ad interpretare sensazioni visive 
comunicate a distanza attraverso la visione di un oggetto
artistico.  Quest’attuale scoperta ha
messo in evidenza  la tesi che l’uomo sia
geneticamente adatto a relazionarsi con gli altri in  maniera “empatica”, percependone i sentimenti
di bellezza e di armonia, così da divenire capace di emularne comportamenti, di
amore, di fratellanza e altruismo che sono necessari a determinare un futuro
più sano volto ad un tipo di cultura multi e interculturale.
L’arte ha proprio la capacità peculiare di  modificare 
sostanzialmente la cultura e l’apprendimento, al fine di determinare un
rinnovamento interiore e di conseguenza  un rinnovato sviluppo  sociale.


Che cosa possiamo imparare
dalle bambine e dai bambini artisti?
Possiamo imparare a vedere l’arte
come terreno di confronto e di condivisione provando curiosità e desiderio di
mettersi in gioco di fronte a ciò che si incontra.
Possiamo imparare la disponibilità
alla reciprocità e allo scambio, riconoscere diverse prospettive e punti di
vista concettualizzando elementi comuni tra le diverse culture nonché a  tollerare l’ambiguità.
Si può imparare a mettere in discussione
le proprie certezze accettando le critiche; valorizzando la prospettiva degli
altri ponendola a confronto con la propria, senza stereotipi o pregiudizi. Si
creano sinergie positive valorizzando il contributo dell’altro,  riconoscendo che l’altro è simile ma anche  diverso e nel trovare le differenze
apprezzarle come risorsa.
Quali sono gli aspetti più
difficili da realizzare nel contesto del tuo progetto? Quali sono le sfide?
La prospettiva  interculturale di questo progetto attraverso
la didattica dell’arte  è  un modo di relazionarsi e di dialogare tra
diversi che non nasce spontaneamente, ma che deve essere costruito, educato,
conquistato faticosamente lottando contro inerzie, stereotipi, pregiudizi,
pigrizie, atteggiamenti e ostilità più o meno esplicite. Questo significa che
le differenze culturali, le conflittualità, i razzismi vecchi e nuovi, i
modelli di sviluppo e i loro effetti diventano tutti contenuti curricolari e
questo progetto diviene un’occasione per decostruire e ricostruire il modo in
cui si fa educazione: si tratta di re-inventare la classe, di re-immaginare
procedure, metodi, contenuti e contesti facendo ricerca insieme: insegnanti e
allievi.
A livello disciplinare la scuola
come del resto la società 
ha  privilegiato la separazione e l’analisi a
scapito dell’interconnessione e della sintesi. Queste due capacità rimangono
sottosviluppate.
La costruzione di una mente critica richiede un
approccio interdisciplinare: un pensatore critico deve superare i
limiti delle singole discipline che trattano dell’
essere umano e
del suo
 ambiente
socioculturale
, per integrare e amalgamare i concetti di
diverse discipline scientifiche ed umanistiche.
L’assimilazione di prospettive multidisciplinari,
multiculturali, interculturali e interdisciplinari rafforza gradualmente le
abilità metacognitive, il pensiero critico e la costruzione di una
epistemologia personale.
Personalmente ritengo che queste siano le
caratteristiche principali nonché’ le sfide per sviluppare un pensiero fluido,
creativo, responsabile e civile.

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