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Il declino di George Soros

15 Febbraio 2017

L’influenza del finanziere tende a ridursi: svaniti due dei suoi obiettivi cruciali e non solo

Tempi (relativamente) duri per George Soros. Nell’arco di pochi mesi, il finanziere di origini ungheresi ha visto sfumare due dei suoi obiettivi cruciali su cui aveva investito pesantemente, vale a dire la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea e l’elezione di Hillary Clinton. Più recentemente, l’Autoriteit Financiële Marktenil (Afm, il regolatore del mercato dei titoli olandese) ha pubblicato ‘per errore’ sulle operazioni condotte da Soros dal 2012 in poi. I dati sono stati rimossi dal sito dell’Afm nel giro di pochi minuti, ma gli specialisti di settore avevano già raccolto e immagazzinato le informazioni. Si è così scoperto che lo speculatore d’assalto aveva puntato forte sul crollo della Ing Groep Nv, uno dei principali conglomerati finanziari olandesi, e di tutta una serie di aziende minori dei Paesi Bassi.
La pubblicazione dei dati da parte dell’Afm rischia di trasformarsi in un assist per Geert Wilders, leader del partito euro-scettico ed anti-migranti Pvv che da mesi si prepara a contendere le redini del governo a Mark Rutte e al suo Vvd. L’esito delle elezioni olandesi, previste per il prossimo 15 marzo, potrebbe infatti essere fortemente influenzato dalla diffusione delle informazioni attinenti le attività speculative condotte da Soros all’interno del Paese, e tradursi in un plebiscito a favore di Wilders. Tanto più che, nel 2016, la Open Society  ed altre Ong facenti anch’esse capo a Soros hanno non solo lanciato un piano di assunzione per giovani immigrati musulmani, così da rafforzare la propria campagna politica contro il Pvv, ma anche sponsorizzato attivamente il referendum che richiedeva agli olandesi se fossero d’accordo ad autorizzare l’associazione economica tra Unione Europea e Ucraina. Entrambi gli sforzi di Soros sembrano esser stati vani, dal momento il referendum non è passato e Wilders gode tuttora di un’alta percentuale di gradimento. Lo stesso Rutte, preoccupato dai risultati ottenuti dal leader del Pvv, ha deciso di giocare d’anticipo e prendere posizione contro l’immigrazione di massa – che il suo governo non ha fatto nulla per contrastare – prima che il suo avversario monopolizzasse l’argomento. In un’intervista al giornale ‘Algemeen Dagblad’, Rutte, ha tuonato: «dico a tutti: se non vi piace questo Paese, andatevene! Questa è la scelta che avete di fronte. Se si vive in un Paese in cui i modi di rapportarsi al prossimo v’infastidiscono, potete andarvene. Non è necessario rimanere». Rutte ha attaccato in particolare coloro che «non intendono integrarsi, attaccano omosessuali, donne in minigonna o bollano come razzisti i comuni cittadini olandesi […]. Ci sono sempre stati individui inclini a un comportamento deviante. Ma negli ultimi anni si è verificato un salto di qualità del fenomeno. Come società, dovremmo rispondere. Con l’arrivo di grandi masse di rifugiati, la domanda sorge spontanea: i Paesi Bassi riusciranno a mantenere intatta la propria identità?».