General

Stop a immigrazione, dilaga la rivolta anti-Trump

29 Gennaio 2017

Proteste in tutti gli Usa per la chiusura delle frontiere ai rifugiati e a sette Paesi a maggioranza musulmana. Sedici procuratori generali contro il presidente. I leader europei critici. La replica: «Abbiamo bisogno di confini forti».

L’ordine esecutivo con cui Donald Trump ha sospeso temporaneamente l’arrivo di tutti i rifugiati e delle persone provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica ha innescato una serie di proteste in numerose città degli Stati Uniti, e in particolare negli aeroporti internazionali delle principali. Circa 2 mila persone, tra cui alcune celebrità, si sono riunite davanti al John F. Kennedy Airport di New York, causando anche alcuni disordini. L’agenzia che gestisce lo scalo ha tentato di ostacolare l’afflusso dei manifestanti fermando i treni che portano ai terminal, ma il governatore dello stato di New York, il democratico Andrew Cuomo, ha cancellato la misura, affermando che la gente ha il diritto di esprimersi.

MANIFESTAZIONE DAVANTI ALLA CASA BIANCA. La protesta ha raggiunto la Casa Bianca: migliaia di persone si sono radunate davanti alla residenza del presidente per partecipare ad una manifestazione intitolata ‘No Muslim ban’ (no al bando per i musulmani) e promossa sui social con il motto «Non staremo in silenzio. Combattiamo».

PROTESTE IN TUTTO IL PAESE. E manifestazioni ci sono state anche nell’aeroporto di Newark, in New Jersey, dove si sono radunate circa 120 persone con cartelli contro l’ordine esecutivo di Donald Trump.