Brasile, rivolta in carcere: almeno 60 morti
2 Gennaio 2017
Una violenta sommossa è scoppiata nel penitenziario di Anisio Jobim nei pressi della città di Manaus. Tutto sarebbe partito dallo scontro tra due gang rivali. Almeno sei detenuti decapitati.
Una rivolta costata almeno 60 morti. È l’epilogo di una sommossa scoppiata scoppiata la notte del 1 gennaio nel carcere Anisio Jobim di Manaus, in Brasile. Le autorità brasiliane hanno impiegato quasi 17 ore per riuscire a riprendere il controllo della struttura e a liberare gli agenti penitenziari sequestrati. Sergio Fontes, segretario di pubblica sicurezza ha definito l’episodio: «Il maggior massacro del sistema carcerario di Amazonas»
Il governo di Amazonas, nel Brasile settentrionale, ha rivisto al rialzo il numero dei morti nella sommossa del carcere Anisio Jobim di Manaus: le vittime tra i detenuti sono “almeno 60”, secondo il segretario di Pubblica sicurezza, Sergio Fontes, che ha definito l’episodio “il maggior massacro del sistema carcerario di Amazonas”.(ANSA).
DETENUTI DECAPITATI O BRUCIATI VIVI. La scintilla della rivolta è iniziata a causa di una grossa rissa tra gang rivali, la Familia do Norte e il Primeiro Comando da Capital. In un primo momento i carcerati hanno preso in ostaggio diverse guardie e poi continuato lo scontro. Stando a quanto riportato dal sito di informazione O Globo, alcuni detenuti sono stati decapitati mentre altri sarebbero addirittura bruciati vivi.
I MORTI POTREBBERO ESSERE PIÙ DI 60. Secondo la Segreteria di pubblica sicurezza di Amazonas. È difficile dire quante persone abbiano perso la vita. Fontes ha spiegato che stando ad un primo conteggio delle forze dell’ordine, entrate all’interno del penitenziario al termine della ribellione, sono stati rinvenuti «tra i 50 e i 60 morti».
FUGGITI 20 PRIGIONIERI, 15 RIPRESI. Nella confusione una ventina di prigionieri sono riusciti a fuggure ma di questi 15 sarebbero già stati ricatturati nei boschi circostanti. Il penitenziario si trova a otto chilometri strada che porta alla città.
