General

MESSINA: UNA MEGATENDOPOLI PER MIGRANTI NELLA EX CASERMA ‘GASPARRO’.

di Antonio Mazzeo, Stampa Libera, 22 dicembre 2016.
 

Sopra i container esterni utilizzati come bagni e docce


bisconte

bisconte 1

Decine di tende e container
saranno installati in questa area (vedi sopra) accanto all’edificio
della “Gasparro” dove da tre anni circa sono stipati contemporaneamente
sino a 200 giovani migranti.


bisconte 5

FOTOGRAFIE DI ENRICO DI GIACOMO


DI ANTONIO MAZZEO – Qualche
mese ancora e l’ex caserma “Gasparro” di Messina (rione Bisconte) sarà
trasformata in uno dei maggiori centri in Italia per l’“accoglienza”
forzata dei migranti in attesa che le autorità decidano su una loro
eventuale ricollocazione in altre strutture per richiedenti asilo in
Europa o – per la stramaggioranza di essi – la deportazione manu miliari
ai paesi d’origine. Decine di tende e container saranno installati
accanto all’edificio della “Gasparro” dove da tre anni circa sono
stipati contemporaneamente sino a 200 giovani migranti, consentendo di
triplicare e forse quadruplicare il numero degli “ospiti” e riprodurre a
due passi dal centro storico della città dello Stretto il famigerato e
fallimentare modello “Mineo” della malaccoglienza
.


bisconte 6

bisconte 11

Lo scorso 13 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara
per la “fornitura e posa in opera, comprensiva di trasporto,
installazione, montaggio, manutenzione e smontaggio finale per la
realizzazione di una struttura temporanea costituita da tendostrutture e
moduli prefabbricati, recinzioni e cancelli, pensiline, arredi e
cartellonistica per l’accoglienza dei migranti presso il comprensorio
Caserma Gasparro di Messina”. Sempre secondo il bando di gara, il
contraente dovrà assicurare la manutenzione degli impianti per almeno
due anni; l’importo complessivo dell’appalto è pari a 1.932.000 euro più IVA,
di cui 1.921.000 per le forniture e la posa in opera e il resto per
coprire gli oneri per la sicurezza. Il termine ultimo per il ricevimento
delle offerte è stato fissato per il successivo 1° luglio ma ad oggi
non è noto se l’iter per l’aggiudicazione è stato completato. Le opere
dovranno essere realizzate entro 70 giorni dalla data di avvio
dell’esecuzione del contratto.

Il Ministero dell’Interno ha
prescelto Invitalia S.p.A., l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli
investimenti e lo sviluppo d’impresa, partecipata al 100% dal Ministero
dell’Economia, quale centrale di committenza per la gara, responsabile
unico del procedimento l’avvocato Cristiano Galeazzi. Invitalia S.p.A.
(presieduta da Claudio Tesauro, contestualmente presidente di Save the
Children Italia Onlus e già membro del consiglio di amministrazione di
TNT Post Italia S.p.A. e sino al 2013 del board di Save the Children
International) aveva sottoscritto in precedenza con il Dipartimento per
le libertà civili e l’immigrazione del Viminale una specifica
convenzione con l’obiettivo di “fornire il supporto per migliorare il
sistema delle strutture per l’accoglienza e il soccorso dei migranti”. A
tal fine, nel mese di febbraio, Invitalia aveva pubblicato un bando di
gara per le “attività di rilievo e progettazione esecutiva e funzionale
per adeguare il sistema di immobili all’interno dell’ex Caserma Gasparro
a centro di accoglienza per migranti”. Il
compenso previsto per i progettisti era stato fissato in 138.000 euro,
valore “sottostimato perlomeno di 140.990 euro” secondo una nota inviata
il 4 aprile 2016 a Invitalia dall’Ordine degli architetti della
provincia di Messina e firmata del presidente Giovanni Lazzari e dal
coordinatore lavori pubblici Filippo D’Arrigo
. Il 7 aprile le
richieste dell’Ordine furono però rigettate dall’Agenzia presieduta da
Claudio Tesauro e fu riconfermata la data del 14 aprile come termine
massimo per l’espletamento della procedura. Per la cronaca, il 20 aprile
anche il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti
e Conservatori di Roma, tramite il presidente Giuseppe Cappochin, aveva
chiesto inutilmente alla stazione appaltante di “effettuare le
opportune verifiche e integrazioni, mediante sospensione e riesame in
autotutela, della procedura di gara, con riserva, in caso contrario, di
valutare ogni opportuna azione tesa al ripristino della piena
applicazione delle norme vigenti”.

Se i termini per la scelta dei
progettisti lasciavano presupporre a un intervento di recupero e
miglioramento dei numerosi stabili esistenti all’interno della vasta
area in cui incide l’ex caserma dell’esercito italiano, la
gara espletata il 1° luglio scorso rivela la cinica intenzione delle
autorità di governo di procedere in direzione dell’emergenzialità e
dell’assoluta precarietà nel sistema d’alloggio e accoglienza dei
richiedenti asilo giunti a Messina
. Ancora più grave che il tutto
si sia svolto nel silenzio-assenso della Prefettura di Messina che pure
aveva rilevato in altre sedi pubbliche gravi criticità all’interno
della struttura “sorella” di Bisconte, la tendopoli creata nell’ottobre
2013 all’interno del campo di baseball dell’Università degli Studi di
contrada Conca d’Oro, Annunziata e della stessa amministrazione comunale
di Messina che in più occasioni aveva auspicato la conversione dell’ex
infrastruttura militare in cittadella per servizi e l’abitazione
popolare.

Nel
bando di gara non sono contenuti i dati numerici sulla futura capienza
del centro di “prima accoglienza”, ma secondo le indiscrezioni trapelate
nei mesi scorsi è possibile che nell’hub di Bisconte saranno trattenuti
tra i 500 e i 1.000 migranti alla volta
. Unione europea,
l’agenzia Frontex e il governo stanno rivedendo le modalità con cui
verranno reinterpretati nei prossimi anni l’intervento di “contenimento”
e la gestione dei flussi migratori ma è prevedibile che all’ex caserma
di Messina saranno assegnate le stesse funzioni espletate attualmente
dai centri di Mineo, Pozzallo e Lampedusa, cioè la semidetenzione dei
migranti in vista della loro ricollocazione ed espulsione. In ambito
europeo queste strutture sono state identificate con l’inquietante
termine di “hotspot”: sotto la giurisdizione dell’Agenzia per il
controllo delle frontiere dell’Unione Europea e della Polizia europea
EASO, i migranti appena sbarcati vengono sottoposti alle operazioni di
identificazione, fototesseramento e prelievo, anche forzato, delle
impronte digitali, “ai fini di uno screening che distingua o richiedenti
asilo dalle persone destinate al rimpatrio”.


Da
qualche mese a questa parte, in palese violazione delle leggi e del
diritto internazionale e con un vero e proprio colpo di mano della
Prefettura di Messina (e le immancabili complicità dell’amministrazione
comunale) Bisconte è stato riconvertito a “centro di primissima
accoglienza” per soli minori stranieri non accompagnati. Muri scrostati e
reti metalliche ovunque, container esterni utilizzati come bagni e
docce (VEDI FOTO), solo tre stanzoni adibiti ad alloggio con un
centinaio di in letti a castello uno accanto all’altro, fanno di questa
struttura una delle maggiori vergogne in termini di solidarietà e
assistenza di tutta Italia
. Un vero e proprio ‘lager’ di funesta
memoria, dove imperano sovraffollamento, precarietà e promiscuità e le
giornate vengono trascorse dai giovani “ospiti” nell’inutile attesa del
nulla. Un limbo, un non luogo per non persone che per tanti ha avuto una durata insostenibile di mesi e mesi.
“Le peculiarità strutturali e la carenza di servizi che caratterizzano
questo centro delineano un’accoglienza di tipo contenitivo che non solo
si presenta in violazione delle leggi e della dignità della persona, ma
che a fronte della prolungata permanenza, ha delle conseguenze molto
gravi sulla vita dei migranti”, riportò l’onlus Borderline Sicilia dopo
un’ispezione il 7 marzo 2016. Dello stesso tenore le denunce presentate
da giornalisti, parlamentari ed altre organizzazioni non governative
come la Campagna LasciateCIEntrare, l’associazione Migralab “A. Sayad”,
l’Arci.

Dal 1° dicembre il centro di
Bisconte e la tendopoli dell’Annunziata vedono come ente gestore le
cooperative Senis Hospes di Senise, Potenza e Domus Caritatis di Roma,
rappresentate dall’imprenditore della ristorazione collettiva Benedetto
“Benny” Bonaffini, asso pigliatutto del business migranti peloritano. Le
due coop hanno vinto a fine giugno la gara bandita dalla Prefettura per
l’ospitalità di soli adulti migranti (importo base 30 euro al giorno
per ogni “ospite” per la durata di un anno), ma il passaggio di consegne
è avvenuto solo meno di un mese fa. Senis Hospe e Domus Caritatis hanno
presentato economica con un ribasso del 10,7% (26,79 euro per migrante)
e un’offerta tecnica di 53,4 punti su 60. Insieme alle precarie
strutture dei ‘lager’ di Bisconte e dell’Annunziata, le due coop al
centro di numerose inchieste giudiziarie e giornalistiche hanno
ereditato dal vecchio ente gestore centinaia di minori stranieri non
accompagnati, la cui accoglienza è regolamentata in modo del tutto
diverso e più restrittivo dalle norme nazionali e per cui è inoltre
prevista una spesa pro-capite non inferiore ai 45 euro al giorno.


Nell’
“emergenza”, si sa, tutto è possibile e tutto è fattibile, anche
violare fondamentali diritti umani, la legalità e il senso comune. Con
l’hub-hostspot 2017, Messina si candida a laboratorio sperimentale delle
più moderne e spietate pratiche di annientamento delle identità e dei
bisogni.